Ortofrutta Italiana: Una Ricchezza da 15 Miliardi

L’ortofrutta italiana rappresenta un pilastro fondamentale della produzione agricola nazionale, contribuendo al 25,5% del totale con un valore di 15 miliardi di euro. Tuttavia, nonostante la sua rilevanza, il margine economico per i produttori agricoli rimane sorprendentemente basso. Questo tema è stato al centro del recente webinar “Il valore nell’ortofrutta, dalla filiera al sistema”, organizzato dalla CIA – Agricoltori Italiani, che ha evidenziato le criticità e le opportunità del settore.

L’ortofrutta coinvolge circa 300 mila aziende in Italia che, nonostante le difficoltà gestionali durante la pandemia, sono riuscite a mantenere un livello stabile di vendite con picchi del +13% durante il lockdown. Tuttavia, il rapporto Ismea rivela una distribuzione iniqua del valore lungo la filiera. Su 100 euro spesi dal consumatore, solo tra i 6 e gli 8 euro finiscono nelle tasche del produttore, cifra che scende ulteriormente a 2 euro per i prodotti trasformati. La maggior parte del valore è assorbita dai settori del commercio e della logistica, con marginalità rispettivamente del 18,2% e del 6,4%.

Il rapporto ha anche sottolineato la frammentazione del settore, con una predominanza di piccole aziende. Il 43% della produzione standard proviene da aziende di 5-20 ettari, dimostrando una buona ma migliorabile aggregazione. Inoltre, circa il 17% della superficie coltivata è dedicata alla produzione biologica, con frutta a guscio e agrumi che mostrano la maggiore incidenza di coltivazioni bio.

Il webinar ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Fabio Del Bravo di Ismea, che ha evidenziato come solo 1,2 miliardi dei 15 miliardi di euro generati rimangano nelle mani degli agricoltori. Cristiano Fini di Cia Emilia-Romagna ha rimarcato i rischi climatici e fitosanitari che minacciano il settore, sottolineando l’importanza di una ripartizione più equa dei prezzi lungo la filiera.

Il settore ortofrutticolo italiano, seppur solido, affronta sfide significative legate alla distribuzione del valore e ai cambiamenti climatici. Per garantire una crescita sostenibile e competitiva, è cruciale migliorare l’aggregazione tra produttori e adottare strategie che valorizzino il prodotto agricolo. L’interesse crescente dei consumatori per prodotti locali e biologici rappresenta un’opportunità da sfruttare, ma richiede un impegno concertato per rafforzare la posizione degli agricoltori e migliorare la trasparenza lungo tutta la filiera.

Dl Agricoltura: Novità

Il Decreto Legge Agricoltura, approvato dal Senato italiano e in attesa di conferma dalla Camera, introduce numerose misure volte a sostenere e innovare il settore agricolo, della pesca e agroalimentare. Tra le novità principali vi sono la proroga delle sperimentazioni delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea), l’introduzione del sistema di monitoraggio Granaio Italia e significativi finanziamenti a sostegno delle filiere colpite da varie emergenze.

 

Il decreto, che ha ricevuto l’approvazione tramite il voto di fiducia del Governo, include:

  1. Proroga delle sperimentazioni Tea: La sperimentazione in campo delle produzioni ottenute tramite le Tea è prorogata di 12 mesi, fino a dicembre 2025. Questo permette di continuare la ricerca su prodotti con migliori caratteristiche nutrizionali e qualitative, un passo essenziale per l’innovazione agricola in tempi di cambiamenti climatici e sostenibilità.
  2. Granaio Italia: A partire dal 2025, il ministero dell’Agricoltura introdurrà un sistema di monitoraggio delle produzioni cerealicole. Tutte le aziende agricole e correlate saranno obbligate a registrare e comunicare i volumi delle loro operazioni trimestrali tramite un registro telematico.
  3. Fondi anti-Xylella e anti-peronospora: Sono stati stanziati 30 milioni di euro per sostenere le aziende agricole colpite dalla Xylella fastidiosa, destinati a misure di investimento per reimpianti e riconversioni. Inoltre, ulteriori 30 milioni di euro sono stati aggiunti ai 10 milioni già previsti per le imprese agricole vitivinicole danneggiate dalla peronospora.
  4. Sostegno alle filiere olivicola, agrumicola e lattiero-casearia: 15 milioni di euro sono stati assegnati per la ristrutturazione dei settori olivicolo-oleario, agrumicolo e lattiero-caseario del comparto del latte ovi-caprino, coprendo parzialmente o totalmente i costi degli interessi sui prestiti bancari.
  5. Ristori per la siccità in Sicilia: Sono previsti ristori per le imprese agricole in Sicilia colpite dalla siccità tra luglio 2023 e maggio 2024, con un tetto di 15 milioni di euro. Inoltre, il Fondo di solidarietà nazionale è stato incrementato di ulteriori 15 milioni di euro per il 2024.

Il Decreto Legge Agricoltura rappresenta un passo significativo per il sostegno e l’innovazione del settore agricolo italiano. Le misure introdotte mirano a garantire la continuazione della ricerca e dello sviluppo, a proteggere le filiere colpite da emergenze fitosanitarie e climatiche e a promuovere la sostenibilità. Il provvedimento attende ora l’approvazione definitiva dalla Camera entro il 14 luglio.

In Italia crescono le imprese agricole gestite da stranieri

L’agricoltura italiana sta vivendo una trasformazione significativa. Nell’ultimo anno, le imprese agricole gestite da persone straniere sono aumentate del 28%. Un fenomeno che non solo indica una diversificazione del settore, ma che porta con sé nuove opportunità di crescita e innovazione.

Secondo il rapporto Unioncamere-InfoCamere, aggiornato al 30 giugno 2023, le imprese agricole con titolari stranieri in Italia hanno raggiunto quota 20.175. Questo aumento è stato evidenziato da Coldiretti, che ha sottolineato come queste imprese siano distribuite su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione in Toscana e Sicilia. 

Chi sono i nuovi imprenditori agricoli? Tra di loro ci sono alcuni “agricoltori vip”, imprenditori stranieri di successo che scelgono di investire in Italia, attratti dalle eccellenze del settore vitivinicolo. Tuttavia, molti nuovi titolari di imprese agricole erano già presenti in Italia come lavoratori dipendenti e hanno deciso di fare il salto verso l’imprenditoria. Questo trend dimostra un buon livello di integrazione sociale ed economica, portando innovazioni nel settore grazie a diverse tecniche produttive e coltivazioni.

Il fenomeno delle nuove imprese agricole gestite da stranieri si inserisce in un contesto più ampio di crescente presenza di lavoratori stranieri in agricoltura. Nel 2022, secondo il Dossier Statistico Immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, gli occupati stranieri nel settore agricolo erano 362.000, coprendo il 32% delle giornate lavorative totali. I principali paesi d’origine di questi lavoratori sono:

– Romania: 21.6%

– India: 10.8%

– Marocco: 10.5%

– Albania: 9.8%

– Senegal: 4.5%

– Pakistan: 4.2%

– Tunisia: 3.9%

– Nigeria: 3.3%

– Macedonia del Nord: 2.6%

– Bulgaria: 2.2%

L’aumento delle imprese agricole con titolari stranieri rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida. Per affrontare questa sfida, Coldiretti ha avviato corsi di formazione specifici per promuovere l’integrazione e valorizzare i mercati contadini. Questi corsi non solo aiutano i nuovi imprenditori a gestire le loro imprese in Italia, ma trasferiscono competenze che possono essere applicate anche nei loro paesi d’origine, favorendo la creazione di piccoli mercati agricoli locali.

Il sostegno ai nuovi imprenditori agricoli stranieri in Italia rappresenta una risorsa preziosa per il settore agricolo nazionale, contribuendo all’innovazione e alla diversificazione delle pratiche agricole.

Fare agricoltura: Fatturato e Redditività

Gestire un’azienda agricola può essere un’impresa redditizia e appagante, ma richiede una comprensione approfondita dei fattori che influenzano il successo economico. Questo articolo esplora la redditività di un’azienda agricola, i prodotti e servizi offerti, i requisiti necessari per avviare l’attività, i potenziali clienti e le tendenze di mercato. 

La redditività di un’azienda agricola dipende da diversi elementi, tra cui la tipologia di coltivazioni o allevamenti, le dimensioni dell’azienda, l’efficienza operativa e le condizioni di mercato.

  • Fatturato medio: Un’azienda agricola di medie dimensioni che coltiva ortaggi o frutta può generare un fatturato annuale tra 100.000 e 500.000 euro. Le aziende più grandi, specialmente nel settore vitivinicolo o nell’allevamento intensivo, possono superare il milione di euro di fatturato annuo.
  • Margine di redditività: Varia in base al tipo di produzione:
    • Coltivazioni ortofrutticole: 15% – 30%
    • Allevamenti intensivi: 10% – 20%
    • Settore vitivinicolo: fino al 40% o più

Fattori come la dimensione dell’azienda, la tipologia di coltivazione o allevamento, l’adozione di innovazioni tecnologiche e le condizioni climatiche influenzano significativamente i guadagni.

Le aziende agricole possono diversificare le loro entrate offrendo una vasta gamma di prodotti e servizi:

  • Prodotti:
    • Ortaggi freschi: 1-3 euro/kg
    • Frutta di stagione: 2-5 euro/kg
    • Cereali e legumi: 1-4 euro/kg
    • Prodotti lattiero-caseari: 1-20 euro/litro o kg
    • Carne e salumi: 8-30 euro/kg
    • Vino e olio: 5-20 euro/bottiglia o litro
  • Servizi:
    • Agriturismo: 50-100 euro/notte
    • Visite guidate e degustazioni: 10-30 euro/persona
    • Eventi e matrimoni: 1000-5000 euro/evento
    • Vendita diretta: prezzi variabili
    • Corsi e laboratori: 50-200 euro/corso
    • Servizi di consulenza: 50-150 euro/ora

Avviare un’azienda agricola in Italia richiede il rispetto di numerosi requisiti e autorizzazioni:

  • Requisiti fondamentali:
    • Partita IVA
    • Iscrizione al Registro delle Imprese
    • Posizione INPS e INAIL
    • Titolo di conduzione dei terreni
  • Autorizzazioni specifiche:
    • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)
    • Autorizzazioni sanitarie
    • Autorizzazioni ambientali
    • Patentino per l’uso di fitofarmaci
    • Certificazioni biologiche
  • Requisiti formativi:
    • Formazione professionale
    • Esperienza pratica nel settore agricolo

Un’azienda agricola ben strutturata può raggiungere alti livelli di redditività e successo. La diversificazione dei prodotti e servizi offerti, l’adozione di pratiche sostenibili e innovative, e una chiara pianificazione economica e finanziaria sono fondamentali.