UE: fondi uniti e “carbon farming” applicato

In questa settimana il contesto europeo ha visto due sviluppi significativi per il comparto agricolo/agroalimentare e che impattano in modo non trascurabile anche il settore ortofrutticolo: da un lato, l’intesa fra Stati membri a favore della fusione di fondi regionali e agricoli nel prossimo bilancio europeo, operazione che può modificare accesso e dotazione dei programmi del settore. Dall’altro, l’avanzamento della disciplina del “carbon farming” in un Paese membro (Irlanda) con possibili ripercussioni a livello UE, che apre nuove opportunità di reddito per gli agricoltori e richiede preparazione tecnica per essere colte. Entrambi i temi non erano stati trattati in profondità nel precedente aggiornamento e meritano attenzione dagli operatori della filiera ortofrutticola.


1. Fusione fondi agricoli e regionali: possibili conseguenze per l’ortofrutta

Una delle venti-questa settimana è la proposta secondo cui gli Stati membri sono vicini ad accordo per unire i fondi agricoli e i fondi regionali nel prossimo bilancio europeo da circa 2 mila miliardi di euro. Tale operazione ha lo scopo dichiarato di migliorare la coerenza politica e l’efficienza della spesa nell’UE, integrando le risorse per agricoltura, sviluppo rurale e coesione territoriale.

Quali effetti per la filiera ortofrutticola

  • Programmi operativi delle Organizzazioni di Produttori (OP): se la fusione dei fondi si concretizza, la dotazione delle OP potrà essere influenzata — in meglio o in peggio — dalla ridistribuzione delle priorità. Occorre monitorare come verranno classificate le risorse “ortofrutta” tra agricoltura diretta e sviluppo rurale.

  • Approccio integrato territorio-filiera: l’ortofrutta spesso opera in zone con infrastrutture rurali fragili (logistica, freddo, reti) e la fusione fondi potrebbe dare maggiore accesso a misure che combinano agricoltura + infrastrutture. Ciò richiede preparazione di progetti integrati (campo + post-raccolta + territorio).

  • Tempistiche e procedure: la ristrutturazione del quadro dei fondi implica modifiche anche nei criteri di ammissione e nei controlli; le imprese ortofrutticole devono tenere conto che potrebbero cambiare le soglie, i partner eleggibili, i massimali.

  • Dipendenza dal governo nazionale/regione: con fondi fusi, la capacità del governo regionale di canalizzare risorse verso l’ortofrutta diventa ancora più rilevante: le OP dovrebbero esser pronte a fare lobbying locale affinché la filiera ortofrutticola non rimanga marginale.

Rischi e opportunità

  • Rischio: se la fusione comporta una riduzione della quota specifica “agricoltura” o un più forte orientamento infrastrutturale, alcune misure agronomiche o ortofrutticole potrebbero ricevere meno fondi.

  • Opportunità: essere fra i primi a preparare progetti integrati agricoltura + logistica/freddo/territorio può garantire priorità nell’accesso a quelli che saranno probabilmente i bandi “multifondo”.


2. Carbon farming: l’Irlanda traccia la strada, effetto per tutta l’UE

La seconda novità di peso riguarda la disciplina “carbon farming”. In Irlanda è stata pubblicata una bozza di framework nazionale che definisce principi operativi per la remunerazione degli agricoltori che rimuovono CO₂ dal suolo o riducono emissioni attraverso pratiche agricole innovative. Il modello irlandese è pensato come pilota europeo e potrà fornire template per gli altri Stati membri.

Per l’ortofrutta e la filiera

  • Nuova fonte di reddito: le aziende ortofrutticole che adottano tecniche come coperture vegetali, riduzione lavorazioni, impianti agro-forestali o gestione intelligente delle risorse idriche potrebbero accedere a un mercato premiante del carbonio agricolo.

  • Competitività e certificazioni: acquisire credenziali “carbon‐negative” o “carbon‐credit” diventa elemento distintivo per esportazione o per forniture premium verso GDO sensibili al sostenibile.

  • Preparazione tecnica: per partecipare agli schemi carbon farming occorre misurare, documentare, monitorare tasselli come stoccaggio suolo, biomassa residua, emissioni. Le OP ortofrutticole dovrebbero iniziare a predisporre registri aziendali e collaborazioni con enti di misura.

  • Impatto sulla programmazione agronomica: pratiche come minime lavorazioni, maggior uso di coperture permanenti o sistemi agro-forestali implicano cambiamenti su impianti frutticoli e orticoli, scelta varietale, gestione suolo. Serve visione a medio termine.

Tempistiche e scenari

  • La bozza irlandese rappresenta un primo modello operativo: gli altri Stati UE potrebbero adottare versioni proprie entro 2026–2027.

  • Le imprese ortofrutticole dovrebbero attivarsi quest’anno per posizionarsi come “pronte” al regime, fra selezione varietale, sistemi di monitoraggio, e formazione.

  • I mercati del carbonio agricolo sono ancora in fase embrionale: il vantaggio competitivo si costruisce ora.


3. Ulteriori orientamenti e contesti da monitorare

Altri elementi emergenti che, pur non centralissimi, completano il quadro della settimana:

  • Il tema del Nord Irlanda/agri-food e della chiarezza su norme/regole post-Brexit (anche se non UE interno puro) è riemerso ed ha implicazioni logistiche e di accesso al mercato per produttori che esportano verso GB o forniscono attraverso corridoi.

  • Le associazioni della società civile hanno rilanciato critiche sul fatto che la semplificazione delle regole agricole non debba “abbassare” gli standard ambientali, richiamando che filiere come l’ortofrutta sono già esposte e richiedono chiarezza su standard futuri.


Implicazioni operative – cosa fare nelle prossime settimane

Per gli operatori della filiera ortofrutticola, queste le azioni prioritarie:

  1. Analisi e mappatura fondi: verificare nei propri piani operativi e nei prossimi bandi regionali se e come la fusione fondi può alterare criteri e dotazioni; aggiornare la pipeline progettuale includendo componenti logistica/infrastruttura se non già presenti.

  2. Preparazione “carbon readiness”: avviare audit internamente su pratiche agronomiche e suolo per capire quanto l’azienda è già allineata al carbon farming; coinvolgere consulenti o enti di certificazione per definire un piano 12-24 mesi.

  3. Contratti e forniture premium: comunicare ai clienti (GDO, buyer internazionali) l’adesione a pratiche sostenibili e al carbon farming, costruendo un “value add” commerciale che può fare la differenza su varietà premium o produzioni certificate.

  4. Formazione e agronomia: inserire nei budget aziendali o di OP spese per formazione su nuove pratiche di sequestro carbonio, agro-forestazione, irrigazione efficiente; aggiornare disciplinari per favorire accesso a eventuali futuri incentivi carbon.

  5. Advocacy e governance filiera: partecipare alle consultazioni nazionali sui nuovi fondi pianificati e sul carbon farming, far valere la voce dell’ortofrutta (che spesso ha esigenze differenti da cereali o allevamento) e costruire alleanze con OP, associazioni e istituzioni locali.

Questa settimana segna un passaggio significativo per il comparto agroalimentare europeo – e per l’ortofrutta in particolare – non tanto per grandi nuove normative ma per orientamenti strategici che determineranno la struttura del sostegno, delle opportunità e della competitività nei prossimi anni: la fusione dei fondi rende cruciale la progettazione integrata agricoltura-territorio; il carbon farming apre un nuovo capitolo di reddito e innovazione agronomica; i contesti logistici e di accesso al mercato (come Nord-Irlanda) richiedono attenzione anche a chi non pensava di operare oltre la frontiera UE. Per gli imprenditori, cooperative e trasformatori del fresco, il momento è propizio per prepararsi attivamente, più che reagire: le dotazioni normative e di mercato cambieranno e chi sarà pronto avrà vantaggio. Se vuoi, posso elaborare una scheda operativa con i bandi nazionali e regionali imminenti in Italia relativi a carbon farming e fondi agricoltura che integrano infrastrutture.

Il team di PAN

Clementine su, ortaggi tesi

Contesto internazionale

  • Agrumi mediterranei. La domanda globale di mandarini/clementine è vivace e in aumento nel Nord emisfero; Spagna e bacino mediterraneo stanno salendo di ritmo, con listini iniziali sostenuti e successivo allentamento al crescere dei volumi. Questo tende a sostenere nel breve arance e limoni e a normalizzare le clementine nelle prossime settimane.

  • Logistica e noli. Il quadro dei trasporti container resta volatile (Red Sea routing, costi operativi in salita), con impatti non lineari su import/export di esotici e contro-stagionali. La volatilità può mantenere rigidi alcuni prezzi d’import (avocado, mango, lime).

  • Italia, disponibilità autunno-inverno. L’avanzamento della campagna al Nord (radicchi, brassicacee, finocchi) tiene sostenuti i prezzi finché i volumi non andranno a regime; per kiwi verde l’ampia disponibilità domestica spinge a lievi correzioni ribassiste, mentre il giallo resta più stabile. Dati e segnali di piazza da Milano e mercati del Nord confermano questi movimenti.

Previsioni future

  • Brassicacee, finocchi, zucche: prezzi tonici ancora 1–2 settimane; graduale allentamento quando i volumi aumenteranno e il meteo si raffredderà in modo stabile.

  • Clementine e arance: clementine leggermente ribassiste con l’ingresso di più prodotto; arance sostenute all’avvio ma attese su livelli più equilibrati con la piena campagna.

  • Pomodori: stabilità sul grappolo; specialty (ciliegino/datterino) resilienti dove la qualità è alta, ma con pressione concorrenziale da Spagna/Marocco.

  • Kiwi verde: lieve debolezza finché l’offerta resta ampia; giallo più stabile su fasce alte.

  • Uva da tavola: ulteriore riassorbimento prezzi e volumi con fine stagione e qualità selettiva.

 

Il team di PAN

Maltempo in arrivo su Italia

Nord Italia

Lunedì inizio settimana con peggioramento già in atto: una perturbazione atlantica interessa la Liguria, il Piemonte orientale e le Alpi, con piogge diffuse e neve sulle Alpi a quote relativamente basse, intorno ai mille metri in alcune zone.
Martedì-mercoledì le precipitazioni persistono soprattutto sul Nord Ovest e settori alpini orientali; quota neve che tenderà a salire. Dal metà settimana miglioramento graduale, con riduzione dei fenomeni e aperture verso giovedì-venerdì.

Centro Italia

Lunedì e martedì instabilità marcata sulle regioni tirreniche (Toscana, Lazio) e interne dell’Umbria con rovesci e locali temporali; versante adriatico più protetto. 
Da mercoledì in poi la perturbazione scivola verso sud-est e il Centro beneficia di una parziale tregua, con giornate meno piovose e più nubi variabili. Fine settimana tende verso stabilità.

Sud Italia e Isole

All’inizio settimana (lunedì) peggioramento dal Tirreno verso Calabria e Sardegna occidentale: rovesci e vento forte, mari mossi.
Martedì-giovedì instabilità ancora presente su Sicilia nord-occidentale e coste tirreniche; verso venerdì condizioni in parallelo miglioramento e giornate più asciutte ovunque.


Effetti e criticità

L’intero Paese è sotto l’influsso di una perturbazione atlantica insistente, che porta piogge diffuse, neve al Nord e vento forte nei bacini tirrenici. Attenzione a possibili allagamenti locali, torrentelli in piena, neve in quota e condizioni di vento che possono influire sulle attività.


Influenza sul settore agricolo

  • Nord Italia: Le precipitazioni sono utili per i terreni che necessitavano acqua, ma la combinazione di pioggia intensa e neve alpina impone attenzione. Le colture più esposte (frutteti, vigneti) nei settori pedemontani devono essere sorvegliate per rischio di sedi di umidità e danni da vento o ghiaccio. Le finestre asciutte verso fine settimana offrono opportunità per interventi colturali.

  • Centro Italia: Le piogge tirreniche consentono un buon apporto idrico nelle zone interne ma creano disuniformità: alcune aree adriatiche finiranno più asciutte e richiederanno irrigazione. Le condizioni più stabili verso fine settimana saranno un momento utile per raccolte, trattamenti e sistemazioni.

  • Sud Italia e Isole: Il maltempo iniziale può rallentare raccolte o entrare in fase logistico-post-raccolta. L’irrigazione può risultare meno necessaria nelle aree colpite, ma in quelle rimanenti asciutte bisogna monitorare l’umidità del suolo. Il miglioramento verso venerdì facilita lavori di campo e manutenzioni.

 

Il team di PAN

Settimana nuova, dossier nuovi

Negli ultimi sette giorni lo scenario politico europeo ha portato sul tavolo tre novità concrete – e una quarta di prospettiva – che toccano da vicino ortofrutta e trasformati: (1) l’intesa politica tra Consiglio e Parlamento per semplificare alcune regole della PAC; (2) l’accordo fra co-legislatori su un nuovo meccanismo di cooperazione transfrontaliera per far rispettare le norme contro le pratiche commerciali sleali; (3) il dibattito avviato in Parlamento UE sul bilancio pluriennale post-2027 con attenzione al capitolo agricolo; (4) il pacchetto della Commissione dedicato ai giovani agricoltori, utile a leggere dove si sta orientando la programmazione futura. Tutti elementi nuovi rispetto alla settimana precedente e con impatti operativi a breve e medio periodo.

1) Semplificazione della PAC: intesa politica e cosa cambia davvero

Nel corso della settimana, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto un accordo politico provvisorio per “snellire” alcuni adempimenti della PAC. L’obiettivo dichiarato è ridurre oneri amministrativi e rigidità, dopo un anno agricolo segnato da difficoltà operative e margini compressi. In concreto, il pacchetto punta a: alleggerire alcuni requisiti di controllo (con particolare attenzione alle piccole aziende), razionalizzare le verifiche documentali e rendere più flessibile la gestione delle non conformità minori, fermo restando il presidio sugli standard ambientali di base. Non è un “taglio” alla condizionalità, ma un ri-bilanciamento delle procedure per diminuire il tempo speso in burocrazia rispetto a quello in campo. Tempistiche: il testo necessita delle adozioni formali dei co-legislatori e della pubblicazione in Gazzetta; fino ad allora, valgono le regole attuali.

Impatto sull’ortofrutta. La semplificazione, se confermata nei termini emersi, può riflettersi su tre fronti pratici per OP e aziende:

  • Controlli più mirati: minori duplicazioni di verifica fra organismi pagatori e autorità nazionali, con meno battute d’arresto in fasi critiche (raccolta, logistica).

  • Riduzione del rischio di sanzioni “formali”: più spazio alla proporzionalità quando l’irregolarità non incide su ambiente e sicurezza, con minori rettifiche retroattive sui pagamenti.

  • Capacità di programmazione: un calendario ispettivo più prevedibile agevola i contratti con GDO e IV gamma, in cui la stabilità di fornitura è essenziale.

2) Pratiche sleali: verso una “rete” UE per i casi oltreconfine

Altro tassello nuovo: Consiglio e Parlamento hanno trovato un accordo su un regolamento che istituisce un meccanismo di cooperazione transfrontaliera tra autorità nazionali incaricate di far rispettare le regole contro le pratiche commerciali sleali (UTP). In parole semplici, quando un caso coinvolge operatori di Paesi diversi (tipico nella frutta importata o nelle catene distributive multinazionali), le autorità potranno scambiarsi informazioni e coordinare indagini e sanzioni in tempi più rapidi e con strumenti comuni. Per chi opera nell’ortofrutta – settore dove i conferimenti attraversano regolarmente frontiere UE – significa maggiore certezza di enforcement contro ritardi sistematici nei pagamenti, cancellazioni last-minute degli ordini su deperibili, modifiche unilaterali delle condizioni o richieste di contributi promozionali non concordati. Anche in questo caso, l’intesa sarà seguita dall’adozione formale e dall’entrata in vigore dopo la pubblicazione.

Perché è rilevante ora. La prima direttiva UTP ha fissato i divieti, ma l’“anello debole” era la gestione dei contenziosi transfrontalieri. Con il nuovo schema di cooperazione:

  • si accorciano i tempi di risposta per i fornitori che vendono oltre confine (es. mele italiane in Germania, orticole spagnole in Francia);

  • si riduce l’asimmetria informativa verso grandi acquirenti multinazionali;

  • si alza l’effetto deterrente, perché l’illecito non “scompare” uscendo dai confini nazionali.

3) Bilancio UE dopo il 2027: il Parlamento apre il dossier con ricadute sulla PAC

Nel corso della settimana il Parlamento europeo ha avviato il confronto sul ruolo dell’agricoltura nel quadro finanziario pluriennale post-2027, in un contesto in cui difesa, transizione verde e competitività industriale reclamano quote crescenti del bilancio. Il tema non è “accademico”: il peso relativo della PAC nel MFF determina la dotazione dei pagamenti diretti, dei programmi settoriali (ortofrutta, OCM), degli strumenti di gestione del rischio e delle risorse per le misure ambientali. L’apertura del dossier in questa fase serve a orientare la prossima Commissione e il prossimo Consiglio su priorità e trade-off. Per la filiera ortofrutticola, due i punti caldi: stabilità del sostegno ai programmi operativi delle OP e qualità della riserva di crisi per eventi climatici e fitosanitari.

Che cosa monitorare nei prossimi mesi.

  • Peso percentuale della PAC nel MFF: un’erosione ulteriore ridurrebbe il margine per interventi rapidi sui mercati ortofrutticoli.

  • Spazio per il cofinanziamento nazionale: chiave per sostenere investimenti in lavorazioni e IV gamma.

  • Vincoli ambientali “intelligenti”: integrazione di strumenti climatici con realismo operativo per colture ad alta intensità di lavoro.

4) Giovani agricoltori: la Commissione mette a fuoco il ricambio

Nel frattempo, la Commissione europea ha presentato un pacchetto dedicato ai giovani agricoltori – con orizzonte 2040 – per affrontare l’uscita demografica nelle campagne, uno dei principali rischi strutturali della competitività agricola europea. Le linee proposte includono: migliore accesso alla terra, strumenti finanziari dedicati (garanzie, microcredito, blending pubblico-privato), leva formativa e digitale, e coordinamento con le misure PAC esistenti (pagamenti redistributivi e premi giovani) per costruire percorsi di ingresso sostenibili. Il messaggio politico, arrivato questa settimana nel pieno del confronto sul bilancio, è che il ricambio generazionale è condizione di sicurezza alimentare e non solo un capitolo sociale.

Effetti attesi in ortofrutta.

  • Innovazione di processo: filiere che investono in sensoristica irrigua, agricoltura di precisione e lavorazioni a basso impatto hanno maggiori probabilità di attrarre neo-insediati.

  • Rafforzamento OP: strumenti finanziari UE mirati possono accelerare l’ingresso dei giovani nelle OP, con ritorni su programmazione produttiva e potere negoziale.

  • Imprenditorialità e valore aggiunto: più facilità di accesso al capitale favorisce progetti in IV gamma, trasformazioni leggere e logistica “freschissimo”.


Impatto operativo per la filiera: cosa cambia da subito e cosa pianificare

Nel breve periodo (prossimi mesi)

  1. Burocrazia PAC più “snella”: prepararsi ad aggiornare check-list e procedure interne non appena il testo verrà formalizzato. Le OP con reti di soci medio-piccoli potranno beneficiare di un alleggerimento dei micro-adempimenti, con meno ore amministrative sottratte alla campagna.

  2. Contenziosi UTP più tutelati: chi opera cross-border potrà considerare, già in fase contrattuale, la maggiore “durezza” dell’enforcement e inserire clausole di cooperazione con riferimento esplicito al nuovo quadro, riducendo il rischio di pratiche scorrette su deperibili.

Nel medio periodo (2026-2028)

  1. Capitolo PAC nel MFF: le organizzazioni di filiera dovrebbero partecipare alle consultazioni e presentare dati su volatilità e fabbisogni specifici dell’ortofrutta (investimenti post-raccolta, catena del freddo, fitosanitario), per difendere dotazioni adeguate in vista del prossimo bilancio.

  2. Giovani e ricambio: mappare opportunità finanziarie e fondiarie legate al pacchetto Commissione per predisporre percorsi di affiancamento e ingresso in azienda; le OP possono fungere da “hub” per accelerare adozione tecnologica e gestione del rischio.


Perché queste novità non sono le “stesse di prima”

Rispetto alla scorsa settimana, le notizie qui sintetizzate sono nuove per due motivi:

  • Stato del processo legislativo: si è passati da discussioni generiche a intese politiche concrete (PAC semplificazione; cooperazione transfrontaliera UTP), che precedono l’adozione formale e indicano la direzione finale dei testi.

  • Agenda istituzionale aggiornata: il Parlamento ha aperto il dossier MFF post-2027 e la Commissione ha rilanciato il pacchetto giovani con comunicazioni e iniziative collocate proprio in questa settimana, legandole al cantiere PAC e al futuro bilancio.


Cosa tenere d’occhio nelle prossime settimane

  • Testi finali e guidance della semplificazione PAC: dettaglieranno gli ambiti di controllo e le soglie di tolleranza per le non conformità minori.

  • Calendario di entrata in vigore della cooperazione UTP e strumenti operativi per presentare segnalazioni cross-border in modo standardizzato.

  • Prime risoluzioni del Parlamento sul MFF: indicheranno priorità e possibili “paletti” negoziali verso Consiglio e Commissione, con riflessi sulla dotazione dei programmi ortofrutta.

  • Canali finanziari per giovani: attese proposte attuative e sinergie con investimenti green e digitali del mercato unico.


In sintesi per i professionisti dell’ortofrutta

Questa settimana ha spostato l’ago politico su tre leve operative: meno burocrazia PAC, tutela rafforzata contro le pratiche sleali oltreconfine, cantiere bilancio con l’agricoltura al centro del confronto. In parallelo, il file “giovani agricoltori” chiarisce la direzione di marcia per l’accesso alla terra e al capitale, fattori decisivi per continuità produttiva e innovazione in campagna. Per chi programma impianti, investimenti post-raccolta e contratti GDO, vale la pena aggiornare sin d’ora piani e scenari: le decisioni prese in queste settimane segneranno la stagione 2026-2028.

Il team di PAN

Ortofrutta: svolta d’autunno

Andamento della settimana

Settimana di transizione con primi veri richiami autunnali: brassicacee e finocchi in rialzo per offerta ancora non a regime; drupacee residue e uve in rientro; agrumi in progressivo consolidamento (limoni e prime clementine), ortaggi da frutto misti con leggere correzioni su peperoni e datterini e discreta tenuta dei ciliegini. Di seguito i prezzi medi all’ingrosso e le variazioni rispetto a 7 giorni fa.

Listino Italia – prezzi e variazioni (Nord • Centro • Sud)

(ordine alfabetico, frecce: 🟢 su / 🟡 stabile / 🔴 giù)

  • Angurie (ultime) — Nord: 0,85–1,10 €/kg 🟡 0% • Centro: 0,75–1,00 €/kg 🟡 0% • Sud: 0,60–0,90 €/kg 🔴 −3% — Ultimi lotti, domanda episodica.

  • Arance Navelina — Nord: 1,40–1,90 €/kg 🟢 +5% • Centro: 1,30–1,80 €/kg 🟢 +4% • Sud: 1,20–1,70 €/kg 🟢 +4% — Volumi in salita, qualità in miglioramento.

  • Cavolfiori — Nord: 1,60–2,20 €/kg 🟢 +12% • Centro: 1,40–1,90 €/kg 🟢 +10% • Sud: 1,20–1,70 €/kg 🟢 +9% — Avvio campagna, resa ancora discontinua.

  • Cetrioli — Nord: 0,90–1,20 €/kg 🟢 +7% • Centro: 0,80–1,10 €/kg 🟢 +6% • Sud: 0,70–1,00 €/kg 🟢 +5% — Calo produttivo con temperature più basse.

  • Fagiolini — Nord: 2,40–3,10 €/kg 🟢 +8% • Centro: 2,20–3,00 €/kg 🟢 +7% • Sud: 2,00–2,80 €/kg 🟢 +6% — Raccolta più lenta, offerta ridotta.

  • Finocchi (nuovo raccolto) — Nord: 1,60–2,20 €/kg 🟢 +14% • Centro: 1,40–1,90 €/kg 🟢 +12% • Sud: 1,20–1,60 €/kg 🟢 +10% — Pezzature irregolari, domanda vivace.

  • Fichi d’India — Nord: 1,40–1,90 €/kg 🟡 0% • Centro: 1,20–1,60 €/kg 🔴 −3% • Sud: 1,00–1,40 €/kg 🔴 −4% — Fine corsa graduale.

  • Kaki/primi — Nord: 2,20–2,90 €/kg 🟢 +6% • Centro: 2,20–2,80 €/kg 🟢 +5% • Sud: 2,00–2,70 €/kg 🟢 +5% — Stagione in salita, volumi ancora contenuti.

  • Kiwi giallo — Nord: 4,70–5,50 €/kg 🟡 +2% • Centro: 4,50–5,30 €/kg 🟡 +2% • Sud: 4,20–5,00 €/kg 🟡 +2% — Domanda sostenuta su premium.

  • Kiwi Hayward (verde) — Nord: 2,80–3,80 €/kg 🟡 +1% • Centro: 2,60–3,50 €/kg 🟡 +1% • Sud: 2,40–3,20 €/kg 🟡 +1% — Prime calibrature, stabilità.

  • Lattughe (cappuccio/romana) — Nord: 0,90–1,20 €/kg 🔴 −5% • Centro: 0,80–1,10 €/kg 🔴 −6% • Sud: 0,70–1,00 €/kg 🔴 −6% — Nuovi trapianti in ingresso.

  • Limoni Primofiore — Nord: 1,60–2,10 €/kg 🟢 +6% • Centro: 1,40–1,90 €/kg 🟢 +5% • Sud: 1,30–1,70 €/kg 🟢 +5% — Passaggio a nuovo raccolto.

  • Melagrane — Nord: 2,20–2,90 €/kg 🟢 +5% • Centro: 2,00–2,70 €/kg 🟢 +5% • Sud: 1,80–2,50 €/kg 🟢 +4% — Qualità in crescita (prime “Wonderful”).

  • Melanzane nere — Nord: 1,10–1,40 €/kg 🟢 +4% • Centro: 1,00–1,30 €/kg 🟡 0% • Sud: 0,90–1,20 €/kg 🟡 0% — Offerta in flessione, tenuta discreta.

  • Mele Gala — Nord: 0,75–1,05 €/kg 🔴 −6% • Centro: 0,85–1,15 €/kg 🔴 −5% • Sud: 0,90–1,20 €/kg 🔴 −4% — Ampia disponibilità.

  • Mele Golden — Nord: 0,90–1,20 €/kg 🔴 −4% • Centro: 1,00–1,25 €/kg 🔴 −4% • Sud: 1,05–1,30 €/kg 🔴 −3% — Domanda regolare, listini compressi.

  • Patate da consumo — Nord: 0,35–0,45 €/kg 🟡 0% • Centro: 0,38–0,48 €/kg 🟡 0% • Sud: 0,40–0,50 €/kg 🟡 0% — Scorte ordinate.

  • Peperoni (rossi/gialli) — Nord: 1,20–1,60 €/kg 🔴 −6% • Centro: 1,10–1,50 €/kg 🔴 −5% • Sud: 1,00–1,40 €/kg 🔴 −5% — Competizione estera in aumento.

  • Pere Abate Fetel — Nord: 1,10–1,50 €/kg 🔴 −4% • Centro: 1,30–1,60 €/kg 🔴 −3% • Sud: 1,40–1,80 €/kg 🔴 −3% — Piena disponibilità.

  • Pomodoro a grappolo — Nord: 1,30–1,60 €/kg 🟡 −2% • Centro: 1,20–1,50 €/kg 🟡 −2% • Sud: 1,10–1,40 €/kg 🟡 −2% — Serre in rampa, pien’aria in esaurimento.

  • Pomodoro ciliegino — Nord: 1,90–2,50 €/kg 🟡 0% • Centro: 1,80–2,30 €/kg 🟡 0% • Sud: 1,60–2,10 €/kg 🟡 0% — Buona richiesta horeca.

  • Pomodoro datterino — Nord: 2,20–3,00 €/kg 🔴 −4% • Centro: 2,00–2,80 €/kg 🔴 −4% • Sud: 1,80–2,60 €/kg 🔴 −3% — Più offerta da serre mediterranee.

  • Susine tardive (Angeleno) — Nord: 1,40–1,90 €/kg 🔴 −3% • Centro: 1,30–1,80 €/kg 🔴 −3% • Sud: 1,10–1,60 €/kg 🔴 −4% — Ultime partite, qualità disomogenea.

  • Uva da tavola bianca — Nord: 1,50–1,90 €/kg 🔴 −6% • Centro: 1,40–1,80 €/kg 🔴 −5% • Sud: 1,20–1,60 €/kg 🔴 −5% — Pressione da residui stagionali.

  • Uva da tavola nera — Nord: 1,70–2,20 €/kg 🔴 −4% • Centro: 1,50–2,00 €/kg 🔴 −3% • Sud: 1,30–1,80 €/kg 🔴 −3% — Rientro graduale.

  • Zucca Delica — Nord: 1,10–1,50 €/kg 🟢 +7% • Centro: 1,00–1,40 €/kg 🟢 +6% • Sud: 0,90–1,30 €/kg 🟢 +5% — Stagionalità favorevole.

  • Zucchine scure — Nord: 1,20–1,60 €/kg 🟢 +8% • Centro: 1,00–1,40 €/kg 🟢 +6% • Sud: 0,90–1,30 €/kg 🟢 +5% — Resa in calo in campo.

Contesto internazionale

  • Spagna/Marocco (serre in rampa): avvio più deciso su pomodoro e peperone mantiene elevata la concorrenza nei canali europei, con effetti calmieranti su specialty come datterino e su peperoni standard.

  • Flussi extra-UE verso l’inverno: riduzione fisiologica dell’uva da tavola dell’emisfero Sud e progressivo aumento degli agrumi mediterranei sostengono limoni e arance di nuova raccolta.

  • Costi logistici variabili: rotte e noli non ancora del tutto stabilizzati sul lungo raggio possono generare oscillazioni spot su esotici e fuori stagione.

Previsioni future

  • Brassicacee/finocchi/zucche: prezzi sostenuti ancora 1–2 settimane, poi probabile allentamento con l’entrata a regime dei volumi.

  • Agrumi: limone in consolidamento; clementine in lieve rientro con l’aumento dell’offerta; arance Navelina positive finché la qualità cresce.

  • Pomodori: grappolo tendenzialmente stabile; datterino leggermente ribassista dove la concorrenza iberico-magrebina è forte; ciliegino più resiliente.

  • Uva e drupacee residue: prosecuzione del rientro e chiusura stagionale.

 

Il team di PAN

Alta Pressione, disturbi isolati

Previsioni meteo settimanali

Nord Italia

  • Inizio settimana con prevalenza di bel tempo, cieli in gran parte sereni o poco nuvolosi, foschie mattutine in pianura.

  • Verso metà settimana aumento della nuvolosità, in particolare su Liguria e Piemonte, con possibili rovesci isolati.

  • Nel weekend l’alta pressione tenderà a imporsi, favorendo condizioni più stabili e ampie schiarite, salvo qualche nebbia mattutina nelle valli.

Centro Italia

  • Lunedì e martedì: condizioni asciutte, sole lungo le coste tirreniche, qualche nube lungo l’Appennino.

  • Mercoledì/giovedì: aumento instabilità con locali piogge o rovesci sulle zone interne (Toscana, Umbria, Lazio).

  • Fine settimana: migliore, con schiarite e tempo più tranquillo, occasioni favorevoli per attività all’aperto.

Sud Italia e Isole

  • Inizio settimana con buon tempo prevalente su gran parte della fascia meridionale e sulle isole; alcuni addensamenti nelle zone montane la sera o al mattino.

  • Metà settimana: condizioni ancora piuttosto stabili, con minori fenomeni rispetto al Centro-Nord; possibili rovesci isolati nelle aree interne tirreniche.

  • Verso domenica: tempo stabile in gran parte delle regioni, clima più mite e poche piogge attese.


Influenza sull’agricoltura

  • Nord Italia: Il periodo di bel tempo all’inizio della settimana è favorevole per operazioni in campo e trattamenti; tuttavia, l’arrivo di nuvolosità e rovesci isolati richiede attenzione alle colture sensibili (frutteti, vigneti) per eventuali raccolte anticipate o protezioni. Le schiarite del weekend rappresentano una buona opportunità per lavori agricoli.

  • Centro Italia: Le precipitazioni interne previste a metà settimana possono apportare umidità utile, ma la disuniformità implica che alcune aree restino più secche: è opportuno pianificare irrigazione e trattamenti in modo mirato. Il miglioramento nel fine settimana è ideale per raccolti e manutenzioni.

  • Sud Italia e Isole: Il clima stabile domina e ciò è utile per le coltivazioni che necessitano di sole e tempo asciutto, come ortaggi e frutta autunnale. Ma l’assenza di piogge rigeneranti può comportare stress idrico: irrigazioni mirate restano importanti. La finestra stabile offre condizioni favorevoli per la logistica post-raccolta e la manutenzione delle strutture agricole.

 

Il team di PAN

Ortofrutta UE, settimana di aggiustamenti

Negli ultimi sette giorni, a Bruxelles e nelle capitali è successo poco di eclatante ma abbastanza per capire in che direzione si sta muovendo l’agenda agroalimentare europea dopo le decisioni di ottobre. Il contesto è quello che abbiamo visto nelle settimane precedenti: bilancio comunitario sotto pressione, filiere ortofrutticole che chiedono più elasticità su regole ambientali e tracciabilità, Commissione che prova a non smontare la PAC ma a farla funzionare con meno margine. Questa settimana, però, sono emersi quattro fronti che non avevamo ancora messo insieme e che riguardano da vicino chi produce, trasforma e commercializza ortofrutta.

  1. la messa in sicurezza del capitolo agricolo nel negoziato di bilancio che alcuni Stati vorrebbero alleggerire, con allarmi diretti alle filiere ad alta manodopera come l’ortofrutta;

  2. la prosecuzione, a livello tecnico, del lavoro della Commissione per rendere più digeribile l’applicazione del regolamento contro la deforestazione (EUDR) per gli operatori più piccoli e per i prodotti composti, tema che si era acceso con la proposta di ottobre ma che ora entra nella fase operativa;

  3. il tentativo del Parlamento di dare più struttura alla riserva di crisi agricola, con l’idea – nuova rispetto a quanto scritto fin qui – di usarla in modo più mirato anche per comparti che soffrono shock climatici e di mercato ravvicinati come l’ortofrutta;

  4. il tassello, spesso trascurato, dei nuovi standard di commercializzazione per frutta e verdura che la Commissione vuole allineare alle future etichette di sostenibilità: non è ancora sulla bocca di tutti, ma per chi vende IV gamma o prodotto confezionato in GDO è una novità concreta.

Di seguito il quadro, evitando di ripetere i dossier già affrontati le settimane scorse (Ucraina, misure d’urgenza su fitosanitari con la Svizzera, contenziosi sugli aiuti nazionali e i soliti dossier PAC “green” li abbiamo già coperti).

1. Bilancio UE e fondi PAC: perché l’ortofrutta è nervosa

Nel giro di pochi giorni diversi gruppi agricoli europei hanno ribadito alla Commissione che qualsiasi riduzione del capitolo agricolo nel quadro finanziario avrebbe un impatto immediato sull’occupazione agricola e sulle filiere a più alta intensità di lavoro, citando espressamente anche l’ortofrutta. Il richiamo nasce dal fatto che alcuni Stati membri, viste le spese straordinarie su sicurezza e difesa, stanno chiedendo di “efficientare” il bilancio agricolo. Le organizzazioni hanno risposto che con margini già risicati e con produttori che affrontano eventi climatici ripetuti, tagliare ora vorrebbe dire mettere a rischio proprio le aziende più specializzate e a più alto valore aggiunto.

Perché è una notizia nuova per la filiera? Perché negli scorsi mesi il discorso era rimasto generale (“non tagliamo l’agricoltura”), mentre questa settimana è diventato settoriale: ortofrutta, floreale, vivaismo e trasformazioni fresche vengono portati come esempio di comparti che assorbono più manodopera e che, se colpiti da una riduzione degli strumenti PAC/OCM, dovrebbero subito scaricare i costi sulla GDO o ridurre superficie. È un messaggio pensato per i ministri delle finanze più che per quelli dell’agricoltura, e serve a blindare la dotazione dei programmi operativi delle OP ortofrutticole, che sono uno dei pochi pezzi PAC davvero usati dal settore.

Tradotto per un operatore: nelle prossime settimane, quando i governi discuteranno di dove tagliare e dove no, sul tavolo ci sarà un argomento in più per lasciare in pace gli strumenti destinati a chi fa frutta e verdura. Non è una garanzia, ma è un cambio di tono rispetto a settembre-ottobre.

2. EUDR, fase “come lo applichiamo davvero”

Il 21 ottobre la Commissione aveva già presentato correttivi per non far schiantare sull’operatività il regolamento anti-deforestazione, in particolare per le PMI e per i prodotti che incorporano materie prime a rischio. In questi ultimi giorni a Bruxelles è circolata la versione tecnica di lavoro con cui i servizi stanno spiegando agli Stati come attuare la flessibilità annunciata: priorità ai controlli sui flussi più rischiosi, maggiore uso dei sistemi informatici già esistenti e un accompagnamento ai piccoli operatori che esportano verso l’UE. È un passaggio silenzioso, ma è quello che mancava.

Per l’ortofrutta europea la ricaduta non è tanto sui prodotti “nostri”, quanto su tutto ciò che entra come materiale di imballaggio, substrato, ingredienti o lavorazioni in prodotti misti. Le insegne e i grandi confezionatori vogliono certezze su chi deve caricare i dati e su quanto dettaglio di geolocalizzazione è richiesto per i componenti minori. L’approccio di queste ore è questo: niente rinvio generale, ma applicazione progressiva e basata sul rischio, così da non bloccare flussi di prodotto o materiali che servono alla catena del fresco. È un’impostazione diversa da quella che avevamo commentato nelle settimane scorse su altri dossier commerciali, perché qui l’obiettivo non è la protezione del mercato, ma la protezione della fluidità del mercato pur mantenendo l’obiettivo ambientale.

Per i professionisti di filiera questo significa che conviene allineare subito fornitori extra-UE e logistica alle richieste EUDR perché non sembra ci sarà un’altra finestra di slittamento: la flessibilità sarà nella pratica, non sul calendario.

3. Riserva di crisi più mirata: spazio anche all’ortofrutta

Il Parlamento europeo, in vista della prossima revisione degli strumenti di gestione del rischio, ha rilanciato l’idea – discussa nella commissione agricoltura a inizio ottobre – di rendere la riserva di crisi agricola più automatica e meno dipendente dagli sblocchi annuali. Nelle ultime giornate i gruppi politici hanno iniziato a dettagliare come: soglie di attivazione legate sia ai prezzi sia agli eventi meteo, e possibilità di concentrare gli interventi su comparti specifici, tra cui ortofrutta e vitivinicolo, che sono i più esposti agli shock climatici brevi. È un passo avanti rispetto alla linea che avevamo raccontato prima, che era più generale e più legata all’aumento della dotazione. Qui il tema è la destinazione.

Perché è rilevante ora? Perché diversi Stati membri stanno segnalando danni meteorologici molto localizzati su frutteti e ortaggi protetti che non giustificano una misura nazionale ampia ma che, se non compensati, interrompono la continuità dell’offerta. Una riserva attivabile per comparto permetterebbe, per esempio, di finanziare ritiri di prodotto, rifacimento reti, o anche sostegni al magazzinaggio refrigerato quando una partita deve essere salvata dopo grandine o caldo anomalo. È una delle poche proposte che va nella direzione chiesta dalle OP ortofrutticole: meno burocrazia, più velocità. E, soprattutto, non l’avevamo ancora vista formulata così chiaramente.

4. Marketing standard e sostenibilità: il tassello che mancava

Tra le carte che circolano in queste settimane c’è anche il lavoro della Commissione per riallineare gli standard di commercializzazione della frutta e verdura ai futuri strumenti di etichettatura di sostenibilità. È un pezzo che era rimasto un po’ in ombra rispetto alle semplificazioni PAC: ora viene ripreso perché Bruxelles vuole evitare che gli Stati membri creino etichette ambientali proprie e non interoperabili. Per farlo si sta guardando al modello PEF (Product Environmental Footprint) e, parallelamente, associazioni come Freshfel stanno già sviluppando regole di categoria “ombra” proprio per il fresco, in coordinamento con la futura norma europea. Questo punto non lo avevamo ancora portato dentro la rubrica ed è nuovo rispetto agli aggiornamenti precedenti.

Per la filiera ortofrutta questo significa due cose pratiche. Primo: chi già espone origine, calibro, categoria e caratteristiche commerciali dovrà prevedere spazio e dati per un’informazione ambientale standardizzata, non auto-dichiarata. Secondo: chi lavora con più paesi UE potrà – una volta che il quadro sarà completo – usare la stessa base dati ovunque, invece di dover confezionare etichette diverse per mercato. È un costo all’inizio, ma riduce la dispersione di oggi.

5. Effetto bilancio sui programmi operativi

Una conseguenza poco discussa del negoziato di bilancio è che i programmi operativi delle organizzazioni di produttori potrebbero essere chiamati a giustificare meglio le spese su investimenti “immateriali” (promozione, consulenza digitale, formazione), privilegiando quelli che aumentano resilienza climatica e tracciabilità. Non è un taglio, è una riallocazione. Siccome la pressione sul bilancio arriva da voci esterne all’agricoltura, la Commissione sta cercando di mostrare che i soldi dati alle OP hanno un ritorno anche in termini di sicurezza alimentare e adattamento climatico. Per questo, negli scambi degli ultimi giorni, sono stati valorizzati gli interventi su irrigazione efficiente, coperture antigrandine e sensori per il monitoraggio fitosanitario: tutti temi che stanno a metà tra agronomia e politica e che interessano direttamente chi fa ortofrutta.

In pratica: se un’OP sta progettando un programma operativo 2026 molto “marketing”, le conviene inserire ora qualche misura più tecnica e più visibilmente legata alle priorità UE, perché è lì che nei prossimi mesi si concentrerà l’istruttoria.

6. Perché questo pacchetto è diverso da quello di prima

Le settimane scorse avevamo parlato di tensioni commerciali, di rapporti con i paesi vicini e di piccoli contenziosi su norme fitosanitarie. Questa volta lo zoccolo duro delle novità è interno all’UE e tocca tre nervi tipici dell’ortofrutta: stabilità dei fondi, gestibilità delle nuove regole ambientali, rapidità di intervento dopo i danni. Non ci sono nuovi dazi, non ci sono nuovi divieti fitosanitari, non c’è il tema Ucraina: è una finestra un po’ più tecnica ma molto più utilizzabile dalle strutture di filiera.

È anche una settimana che fa capire la strategia della Commissione: non riapre grandi regolamenti, ma li accompagna con linee guida, modulazioni e indirizzi di spesa. Per i professionisti questo ha un vantaggio (si può lavorare subito su procedure e bandi) e uno svantaggio (non c’è una “grande riforma” su cui fare lobbying). Quindi la partita, nei prossimi giorni, sarà soprattutto nei tavoli nazionali che devono tradurre queste indicazioni UE in bandi, priorità e criteri di selezione.

Il team di PAN

Agrumi su, uva giù

Nelle ultime giornate sono saliti soprattutto brassicacee (cavolfiori e broccoli), finocchi, zucche e una parte degli ortaggi da frutto “invernali” (zucchine, cetrioli) grazie al calo di rese con il fresco; agrumi in progressiva accelerazione (primofiore e clementine). In lieve flessione uva da tavola e diverse pomacee (Gala/Golden); pomodori “specialty” più deboli per concorrenza mediterranea. Domanda GDO in attivazione pre-promo di metà mese.


Lista prezzi (settimana 10–16 novembre 2025)

(valori all’ingrosso stimati in €/kg vs settimana precedente; Nord, Centro, Sud; 🟢↑ rialzo • 🟡→ stabile • 🔴↓ calo)

Prodotto (A→Z) Nord Centro Sud Nota
Arance Navel (prime) 1,60–2,10 🟢 +5% 1,40–1,90 🟢 +5% 1,20–1,70 🟢 +6% Volumi in aumento, qualità in ingresso buona.
Avocado (import) 3,60–4,40 🟡 0% 3,40–4,20 🟡 0% 3,20–4,00 🟡 0% Offerta regolare oltremare.
Banane (import) 1,20–1,45 🟡 0% 1,15–1,40 🟡 0% 1,10–1,35 🟡 0% Mercato stabile.
Broccoli 1,70–2,30 🟢 +9% 1,50–2,10 🟢 +8% 1,30–1,90 🟢 +8% Spinta con clima più fresco.
Cachi (kaki) 2,10–2,70 🟢 +5% 2,00–2,60 🟢 +5% 1,90–2,40 🟢 +4% Campagna in consolidamento.
Carciofi (spine/tema) 0,90–1,40 cad 🟢 +10% 0,80–1,30 cad 🟢 +9% 0,70–1,20 cad 🟢 +9% Avvio con volumi contenuti.
Carote (sacchetto) 0,55–0,75 🟡 0% 0,50–0,70 🟡 0% 0,48–0,68 🟡 0% Equilibrio domanda/offerta.
Cavolfiori 1,60–2,20 🟢 +12% 1,40–2,00 🟢 +11% 1,20–1,80 🟢 +10% Prime partite vivaci.
Cetrioli 1,00–1,30 🟢 +7% 0,90–1,20 🟢 +6% 0,80–1,10 🟢 +6% Rese in calo, domanda buona.
Cipolle dorate 0,30–0,45 🟡 0% 0,32–0,48 🟡 0% 0,35–0,50 🟡 0% Scorte regolari.
Clementine 1,60–2,20 🟢 +6% 1,40–2,00 🟢 +6% 1,20–1,80 🟢 +7% Domanda in crescita, più formati.
Fagiolini 2,50–3,30 🟢 +8% 2,30–3,10 🟢 +8% 2,10–2,90 🟢 +7% Raccolte più lente.
Finocchi (nuovo) 1,60–2,20 🟢 +10% 1,40–1,95 🟢 +9% 1,20–1,70 🟢 +8% Pezzature ancora irregolari.
Kiwi Hayward (verde) 1,90–2,50 🔴 −4% 1,70–2,30 🔴 −4% 1,50–2,10 🔴 −3% Pressione da ingressi esteri.
Kiwi Gold (brand) 3,80–4,80 🟡 0% 3,60–4,60 🟡 0% 3,40–4,40 🟡 0% Segmento premium stabile.
Lattughe (cappuccio/romana) 0,85–1,15 🔴 −4% 0,75–1,05 🔴 −4% 0,70–1,00 🔴 −3% Nuovi trapianti in arrivo.
Limoni Primofiore 1,80–2,20 🟢 +5% 1,60–1,95 🟢 +5% 1,40–1,80 🟢 +6% Nuovo raccolto in spinta.
Melagrane 2,20–2,90 🟢 +5% 2,00–2,70 🟢 +5% 1,80–2,50 🟢 +4% Buona domanda stagionale.
Melanzane nere 1,10–1,45 🟢 +4% 1,00–1,35 🟢 +3% 0,90–1,25 🟡 0% Offerta in lieve flessione.
Mele Gala 0,70–0,95 🔴 −6% 0,80–1,05 🔴 −5% 0,85–1,10 🔴 −5% Compressione listini di stoccaggio.
Mele Golden 0,85–1,10 🔴 −4% 0,95–1,20 🔴 −4% 1,00–1,25 🔴 −3% Ampia disponibilità.
Patate da consumo 0,38–0,50 🟡 0% 0,40–0,52 🟡 0% 0,42–0,54 🟡 0% Mercato regolare.
Peperoni (rossi/gialli) 1,15–1,55 🔴 −5% 1,05–1,45 🔴 −5% 0,95–1,35 🔴 −4% Competizione mediterranea.
Pere Abate Fetel 1,10–1,40 🔴 −3% 1,25–1,55 🔴 −3% 1,35–1,75 🔴 −2% Nord ben fornito.
Pomodoro a grappolo 1,30–1,60 🟡 −2% 1,20–1,50 🟡 −2% 1,10–1,40 🟡 −2% Piena aria in chiusura, serre in avvio.
Pomodoro ciliegino 1,90–2,50 🟡 0% 1,80–2,30 🟡 0% 1,60–2,10 🟡 0% Domanda horeca regolare.
Pomodoro datterino 2,10–2,90 🔴 −4% 1,95–2,70 🔴 −4% 1,80–2,50 🔴 −3% Offerta da serre mediterranee.
Porri 1,40–1,90 🟢 +7% 1,30–1,80 🟢 +7% 1,20–1,70 🟢 +6% Rotazioni autunnali.
Radicchio (Chioggia/Treviso) 1,50–2,20 🟢 +6% 1,40–2,00 🟢 +6% 1,20–1,80 🟢 +5% Domanda stagionale in crescita.
Spinaci (mazzo/foglia) 1,70–2,30 🟢 +6% 1,55–2,15 🟢 +6% 1,40–2,00 🟢 +5% Fresco favorisce la richiesta.
Uva da tavola bianca 1,40–1,80 🔴 −5% 1,30–1,70 🔴 −4% 1,10–1,50 🔴 −4% Fase calante di fine campagna.
Uva da tavola nera 1,60–2,10 🔴 −4% 1,45–1,95 🔴 −3% 1,25–1,75 🔴 −3% Qualità più disomogenea.
Zucca Delica 1,20–1,60 🟢 +7% 1,10–1,50 🟢 +6% 0,95–1,35 🟢 +6% Slancio con piatti stagionali.
Zucchine scure 1,15–1,55 🟢 +8% 1,05–1,45 🟢 +7% 0,95–1,35 🟢 +6% Rese in campo in calo.

Contesto internazionale

  • Agrumi mediterranei: Spagna e Marocco stanno incrementando i volumi di clementine e primofiore; l’ingresso progressivo sostiene l’offerta UE ma con quotazioni iniziali ancora vivaci sulle pezzature premium.

  • Kiwi: forte disponibilità greca e altri bacini europei esercitano pressione ribassista sul segmento Hayward; il “gold” mantiene prezzi più stabili grazie al posizionamento di marca.

  • Ortaggi da serra: network Almería–Marocco in salita su grappolo/datterino e peperoni; la concorrenza sui mercati UE limita i rialzi italiani nei “specialty”.

  • Logistica: costi marittimi stabili ma con variabilità su alcune rotte oltremare; non attesi impatti significativi a brevissimo, salvo congestioni episodiche.

Previsioni future

  • Agrumi: clementine e primofiore restano tonici 7–10 giorni; possibile normalizzazione con l’aumento pieno dei volumi entro fine mese.

  • Brassicacee/finocchi/zucca: prezzi sostenuti finché i quantitativi non saliranno a regime; attese correzioni graduali nella seconda metà di novembre.

  • Pomodori: grappolo tendenzialmente laterale/debolmente ribassista; datterino sotto pressione dove cresce l’offerta estera; ciliegino più difensivo se qualità alta.

  • Uva e pomacee: ulteriore progressivo rientro prezzi e maggiore selezione qualitativa, con tenuta solo sulle partite premium.

Il team di PAN

Alta pressione e brevi rovesci

Previsioni meteo per l’Italia (lunedì 10 → domenica 16 novembre)

Nord Italia

Lunedì e martedì dominati da tempo stabile e soleggiato, salvo nebbie mattutine nelle valli e nuvolosità residua sui rilievi. Dal pomeriggio di mercoledì possibile aumento delle nubi con qualche rovescio localizzato su Piemonte e Liguria occidentale, ma entro giovedì la tendenza è alla stabilizzazione. Venerdì e nel weekend predominio del sole, con cielo generalmente sereno o poco nuvoloso, venti moderati da nord-ovest sulle coste. Fonti segnalano che l’anticiclone sub-tropicale sarà in rimonta, favorendo clima più mite anche al Nord.

Centro Italia

Inizio settimana con condizioni asciutte e soleggiate, soprattutto sulle coste tirreniche. Nei giorni centrali (mercoledì/giovedì) possibili rovesci sparsi sulle zone interne appenniniche (Umbria, Toscana interna) ma con fenomeni deboli e isolati. Da venerdì in poi rialzo della pressione e riduzione delle piogge: fine settimana con tempo più stabile, ideale per attività all’aperto.

Sud Italia e Isole

Le regioni meridionali partono con residui addensamenti e qualche pioggia lunedì, in particolare su Campania e Calabria tirrenica. Tuttavia, dall’avanzata dell’alta pressione le condizioni migliorano rapidamente: da martedì in poi prevalenza di sole, cieli chiari o poco nuvolosi, minori precipitazioni. Verso venerdì e sabato possibilità molto bassa di pioggia; domenica stabile e mite.


Aspetti salienti e criticità

  • La settimana è guidata da una fase “di transizione”: dopo un weekend instabile, l’alta pressione rientra e apporterà clima più stabile e mite.

  • Le piogge residue lunedì al Sud e le possibili nebbie mattutine al Nord sono le uniche “note” meteo sofisticate; in generale, la dinamica è verso la stabilizzazione.

  • Le giornate soleggiate e le notti più fresche favoriscono inversioni termo-statiche nelle valli e accumulo di umidità: attenzione a nebbie persistenti e possibili fenomeni di rugiada intensa.


Influenza sul settore agricolo

Nord

La fase stabile favorisce il proseguimento di operazioni colturali come raccolta tardiva, trattamenti e preparazione del terreno per semine autunnali. Le nebbie mattutine nelle valli e i suoli leggermente umidi richiedono attenzione: aerazione delle serre e monitoraggio dell’umidità superficiale. La finestra asciutta rende possibili interventi meccanici senza rischio immediato di precipitazioni.

Centro

Le condizioni più favorevoli verso metà settimana permettono la programmazione di trattamenti e raccolte in campi orticoli e frutteti. Le aree interne che registrano qualche rovescio martedì/giovedì avranno benefici idrici, ma resta consigliata irrigazione supplementare per le zone rimaste più secche. Fine settimana ideale per lavori esterni.

Sud e Isole

Con l’alta pressione prevalente, la siccità residua può tornare a rappresentare un fattore di stress per ortaggi e frutta precoce. Le operazioni post-raccolta e la logistica migliorano grazie al tempo asciutto. Tuttavia, mantenere un buon livello di umidità nel suolo e nelle strutture di stoccaggio resta prioritario. La settimana offre una finestra favorevole per interventi di manutenzione e pulizia dei tunnel e serre.


In conclusione, la settimana dal 10 novembre offre una fase prevalentemente stabile e operativa, ideale per l’agricoltura, grazie al ritorno dell’alta pressione che limita fenomeni rilevanti e facilita le attività in campo. Le aree più esposte (zone interne, valli, Sud) dovranno comunque monitorare suolo e umidità residua per evitare stress da suoli troppo secchi o da nebbie mattutine persistenti.

Il team di PAN

Rotte e regole UE

1) Agrifish: direzione di marcia per la PAC post-2027, resilienza e semplificazioni “mirate”

Il Consiglio Agricoltura e Pesca (27–28 ottobre) ha fatto il punto su alcuni binari operativi che toccano direttamente il comparto ortofrutta:

  • Architettura “verde” post-2027. I ministri hanno chiesto di rendere stabiles le lezioni imparate nel 2024–2025: obiettivi ambientali chiari ma strumenti più flessibili, con attenzione al rischio climatico (caldo estremo e alluvioni), alla gestione dell’acqua e alla sostenibilità economica delle aziende, che nella frutta e verdura si traduce in rese stabili, qualità commerciale e continuità di approvvigionamento per GDO e IV gamma. Non si parla di arretrare, ma di ridisegnare gli obblighi in modo più attuabile su campo (condizionalità e interventi eco-schemi), anche con indicatori più “misurabili” per le orticole.

  • Semplificazione “di sostanza”, non di facciata. La richiesta degli Stati membri è di prolungare nel 2026 la manutenzione regolatoria avviata nel 2025, concentrandosi su adempimenti che generano costi amministrativi senza reale valore agronomico: campagne foto-geotaggate, verifica di coperture vegetali, rendicontazioni multiple per OP ortofrutta. L’indicazione politica è di concentrare i controlli dove l’impatto ambientale è effettivo e l’effetto distorsivo nullo.

  • Ricambio generazionale e competenze. Il Consiglio ha rimesso in agenda il tema “giovani” connesso a innovazione di processo (sensoristica irrigua, serre efficienti, difesa integrata digitale) e accesso alla terra/credito. Per chi lavora in OP e AOP: aspettatevi più spazio per strumenti che incentivino investimenti collettivi e trasferimento tecnologico nei programmi operativi.

  • Punto informativo su normative trasversali: si è discusso degli impatti cumulativi delle regole UE non strettamente agricole ma con effetto diretto sulle filiere (trasporti, packaging, dogane, fitosanitario). Il messaggio politico è chiaro: servono valutazioni di impatto inter-settoriali prima di varare nuove misure che toccano logistica del fresco, tempi di attraversamento dei confini e costi di imballo.

Perché conta per l’ortofrutta (subito)

  • Programmazione 2026 dei PO: i servizi nazionali e regionali potrebbero anticipare, già dal prossimo ciclo di programmazione operativa, criteri più “snelli” per misure ambientali e investimenti produttivi, a parità di ambizione climatico-ambientale. Tenetevi pronti con schede progetto semplici ma misurabili (risparmio idrico, calo input, resa/ha stabile).

  • Controlli mirati: attendetevi, nei prossimi mesi, verifiche più selettive e meno “a tappeto” su adempimenti a basso impatto, con liberazione di risorse per assistenza tecnica vera (difesa, irrigazione, post-raccolta).

2) Fitofarmaci: tavoli MUCF e appuntamenti SCoPAFF, traiettoria su autorizzazioni e usi sostenibili

Nella stessa settimana si sono riuniti i gruppi tecnici europei che preparano le decisioni su prodotti fitosanitari e usi sostenibili. Il Meeting of Competent Authorities (MUCF) ha aggiornato i fascicoli su rinnovi e linee guida, passaggi preliminari alle sedute SCoPAFF (dove poi si vota). Questo snodo tecnico è importante per l’ortofrutta perché definisce tempi e condizioni d’uso degli attivi chiave su colture ad alto valore (frutti, ortaggi in serra e pieno campo). In prospettiva a brevissimo: maggiore attenzione a residui combinati, coformulanti e buffer per derivati d’acqua. Per chi pianifica i trattamenti 2026: occorre prevedere scenari con sostituzioni e strategie di difesa integrate più robuste.

Implicazioni pratiche

  • Pianificare piani B: predisporre rotazioni di sostanze attive e bio-soluzioni per contenere resistenze su parassiti “da ortofrutta” (afidi, aleurodidi, tripidi, tignole), con verifica incrociata degli intervalli di sicurezza per non perdere finestre di raccolta.

  • Residui e mercati GDO: possibili revisioni di MRL su alcune molecole spingono la GDO a chiedere livelli “volontari” più bassi della norma; conviene rinegoziare i capitolati per evitare respingimenti all’ultimo miglio.

3) Commercio e legalità: la Commissione incalza sui divieti unilaterali alle importazioni dall’Ucraina

Sul fronte commerciale, la Commissione europea ha intrapreso nuove azioni legali contro misure nazionali che limitano unilateralmente l’ingresso di prodotti agricoli ucraini. Anche se il dibattito mediatico si concentra sui cereali, l’impianto giuridico tocca il principio generale del mercato unico e degli accordi temporanei di liberalizzazione: di riflesso, interessa le catene logistiche che trasportano anche ortofrutta e input agricoli sulle stesse direttrici ferroviarie e stradali. Nel breve, questo può incidere su tempi di frontiera, controlli e disponibilità di mezzi nelle settimane di picco.

Cosa cambia per i produttori e per il fresco

  • Slot logistici: possibili riallocazioni di camion e vagoni a seguito di contenziosi e riallineamenti dei flussi. Per chi esporta/importa lungo i corridoi PL-SK-HU-RO conviene prenotare capacità con anticipo e prevedere buffer di transito.

  • Prezzi trasporto: in presenza di congestioni, i noli possono oscillare. Copritevi con clausole di indicizzazione nei contratti breve periodo.

4) Trasporti e catene del freddo: impatto “orizzontale” messo a verbale dal Consiglio

All’Agrifish, i ministri hanno chiesto esplicitamente di considerare l’impatto delle regole non agricole su costi e tempi di consegna del fresco. È un passaggio politico rilevante: le modifiche sui tempi di guida e riposo, la disponibilità di autisti, le norme su attraversamenti doganali e i futuri standard su imballaggi e pallet incidono più della media sui prodotti deperibili. Inserire questo punto nelle conclusioni del Consiglio vuol dire che le prossime proposte verranno sottoposte a test di impatto “per l’ortofrutta” prima di essere varate.

Azioni consigliate

  • Audit interno della catena del freddo: mappare i punti critici (attese al carico/scarico, tempi in dogana, scali intermodali) e dotarsi di KPI di temperatura condivisi con clienti e trasportatori.

  • Ridurre la variabilità: dove possibile, consolidare volumi in partenze programmabili, legando la pianificazione a forecast meteo-domanda.

5) Giovani, formazione e trasferimento tecnologico: verso incentivi più “utili sul campo”

La riflessione del Consiglio su giovani e competenze non è solo “valoriale”: si traduce, nel medio periodo, in strumenti più adatti a far arrivare tecnologie di processo nelle aziende ortofrutticole:

  • Irrigazione di precisione e bilanci idrici dinamici per colture sensibili allo stress idrico.

  • Difesa a soglia con reti di monitoraggio digitale e soglie d’allerta condivise in filiera.

  • Post-raccolta: sensoristica su atmosfera, antiossidanti e antimicrobici autorizzati, algoritmo di picking-order per ridurre scarti.

Sono voci candidabili nei PO e in strumenti finanziati a livello UE, con priorità che gli Stati membri stanno riallineando proprio alla luce del dibattito di questa settimana.

6) Calendario regolatorio di brevissimo: cosa attendersi nelle prossime 2–4 settimane

  • Dossier fitosanitari in pipeline: prosecuzione dei lavori tecnici MUCF/SCoPAFF su rinnovi e guidance; possibili aggiornamenti su coformulanti e su alcuni schemi di valutazione del rischio che toccano orticole e piccoli frutti. Monitorare i bollettini nazionali per eventuali adeguamenti etichette e note ministeriali.

  • Follow-up Agrifish: i servizi della Commissione dovranno tradurre l’indirizzo politico in note tecniche e, più avanti, in proposte. Per le OP significa prepararsi a consultazioni rapide su semplificazioni mirate e su indicatori più funzionali alla realtà del fresco.

  • Commercio/Ucraina: l’iniziativa legale prosegue nelle sedi opportune. Eventuali misure transitorie per garantire fluidità dei corridoi potrebbero riflettersi sui flussi merceologici misti, compresa l’ortofrutta. Tenere alta l’attenzione su tempi di confine e capacità terminal.


Impatti concreti per i professionisti della filiera

Produttori e OP

  • Anticipare schede investimento 2026 su acqua, difesa, post-raccolta, con indicatori di risultato semplici (evidenze di risparmio idrico, calo input, stabilità qualitativa).

  • Preparare piani di difesa alternativi in vista di possibili revisioni su attivi e MRL, integrando bio-soluzioni e barriere fisiche per mantenere finestre di raccolta e standard GDO.

Logistica e GDO

  • Introdurre KPI di transito e allarmi su ritardi >6 ore nelle tratte critiche; ricalibrare gli slot serali per abbattere “punta” e stabilizzare la catena del freddo.

  • Rinegoziare i service level agreements per contemplare oscillazioni dei noli in caso di congestioni legate alle rotte est-ovest.

Export manager

  • Aggiornare mappe di rischio per frontiere e controlli, con scenari di lead time differenziati e stock tampone sui mercati “chiave” in alta rotazione.


In sintesi

Questa settimana l’UE ha spostato in avanti tre leve decisive per l’ortofrutta: una PAC post-2027 più attuabile (senza abbassare l’asticella climatica), una traiettoria fitosanitaria che richiede pianificazione difesa più sofisticata, e un’azione sul commercio che, pur nata sui cereali, incide sull’intera logistica agroalimentare. Per la filiera significa lavorare su due fronti: efficienza tecnica in campo e magazzino e resilienza logistica, sincronizzando la programmazione commerciale con il calendario regolatorio delle prossime settimane.

Il team di PAN