1. Il commercio agroalimentare UE mantiene surplus positivo

Secondo gli ultimi dati, tra gennaio e aprile 2025 l’Unione Europea ha registrato un surplus commerciale nel settore agroalimentare pari a 22,5 miliardi €. L’export ad aprile ha raggiunto i 20,1 miliardi €, in calo del 4 % rispetto a marzo ma ancora superiore del 2 % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In particolare, il Regno Unito (+4 %), gli Stati Uniti (+7 %) e la Svizzera (+11 %) si confermano mercati in crescita, soprattutto grazie ai forti prezzi di caffè, cacao e cioccolato. Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono diminuite (-11 %), a causa del calo dei cereali.
Sul fronte importazioni, tra gennaio e aprile si registrano 64,4 miliardi €, con un aumento del 17 % su base annua. I maggiori incrementi provengono da Costa d’Avorio (+71 %), Cina (+29 %) e Canada (+90 %), trainati soprattutto dalle commodities come caffè, cacao, semi oleosi e cereali.
Impatto: per il settore ortofrutticolo italiano implica un contesto internazionale variegato—opportunità con alcuni partner, ma anche sfide con mercati tradizionali in ripiegamento.


2. Outlook estivo: produzione in crescita, ma fragilità persistenti

La DG Agricoltura della Commissione ha diffuso un rapporto sulle prospettive a breve termine dei mercati agricoli europei per l’estate 2025. Si attende un aumento del 4,1 % nella produzione di cereali per il 2025/26, con esportazioni in salita del 26 % e importazioni in forte riduzione (-19 %). Anche la produzione di semi oleosi (+12 %) e olio vegetale (+6 %) è prevista in crescita.
Tuttavia, alcune produzioni specializzate mostrano segni di difficoltà: la produzione di vino è stimata al livello più basso degli ultimi 20 anni, mentre mele (-4 %) e pesche/nettarine (-5,8 %) sono in flessione, spingendo al rialzo le importazioni. I consumi di arance aumentano (+4,6 %), destinati soprattutto alla trasformazione.
Nel comparto zootecnico, il latte rimane stabile, il formaggio registra lieve crescita, il manzo mantiene prezzi alti, mentre carne suina e avicola mostrano dinamiche positive sulla produzione ma in contesti competitivi.
Impatto: per l’ortofrutta, la debolezza delle drupacee e della frutta da tavola è un campanello d’allarme, suggerendo di puntare su qualità, accuratezza logistica e diversificazione nei comparti più stabili.


3. Autonomia e tecnologie autonome per l’agricoltura

Un recente studio evidenzia la crescente importanza delle tecnologie agricole autonome. Le industrie VDMA e AEF collaborano per definire architetture funzionali, casi d’uso realisticamente operativi e responsabilità legali per i sistemi automatizzati. Questi sforzi si concentrano sul cosiddetto Agricultural Operational Design Domain (Agri‑ODD), volto a rendere l’adozione di macchine autonome sicura e scalabile.
Impatto: l’ortofrutta può beneficiare della meccanizzazione di raccolta, lavorazione e monitoraggio, aumentando efficienza e riducendo dipendenza da manodopera.


4. Impatto della normativa UE contro la deforestazione: focus su Argentina

È stato pubblicato un recente studio sull’effetto del Regolamento UE contro la deforestazione (EUDR) sull’Argentina, grande esportatore di soia e bestiame. Secondo il modello economico utilizzato, la perdita potenziale per l’economia argentina è limitata (−0,14 % del PIL), ma la superficie deforestata potrebbe ridursi del 2,45 %, con una diminuzione delle emissioni di gas serra dello 0,19 %. Tuttavia, i costi di conformità per le filiere che intendono esportare in UE restano elevati, anche per produttori conformi, limitando l’effetto positivo complessivo.
Impatto: per l’ortofrutta italiana (e europea), la norma rafforza l’importanza della tracciabilità, ma impone tensioni nel sourcing da paesi extra‑UE.


5. Consumi non citati precedentemente: resilienza dei mercati europei

Un altro dato di rilievo riguarda la resilienza dei mercati agricoli europei di fronte all’instabilità geopolitica e climatica, come evidenziato nel rapporto Outlook. I mercati restano stabili grazie ad aumenti della produzione (cereali e oli), tenuta zootecnica e dinamiche commerciali solide nonostante shocks.
Impatto: questo contesto offre un quadro rassicurante per pianificazioni aziendali a breve termine, soprattutto per la GDO e le cooperative ortofrutticole.


6. Contesto climatico e rischi elevati per gli agricoltori

È emerso un rapporto che stima 28,3 miliardi € di perdite annue nel settore agricolo europeo causate da eventi climatici estremi, con copertura assicurativa tra il 20 e 30 %. Viene proposto un rafforzamento dei sistemi assicurativi e un intervento pubblico sui premi per garantire resilienza.
Questa pressione è più acuta nei Paesi del Sud Europa dove la siccità e le ondate di calore colpiscono duramente frutteti e ortaggi. Sengala impatti elevati futuri (‐66 % delle perdite entro il 2050 senza misure proattive).
Impatto: attentato forte anche per il settore ortofrutticolo che dovrà integrare strumenti assicurativi, investimenti nella prevenzione e politiche di mitigazione.

Il team di PAN