Il mercato ortofrutticolo della settimana 22 (27 maggio – 2 giugno 2025) mostra segnali di transizione stagionale. La domanda complessiva resta fiacca per molti prodotti primaverili, complice un clima ancora instabile e non pienamente estivo in gran parte d’Italia. Allo stesso tempo, l’offerta di ortofrutta stagionale aumenta: molti raccolti estivi sono partiti in anticipo rispetto al calendario tradizionale, mentre diverse colture primaverili sono ormai in fase calante di stagione. Ne risulta un quadro settimanale con prezzi medi in ribasso su molte referenze ortofrutticole e solo poche eccezioni al rialzo. I consumi non sono ancora decollati, penalizzati dalla qualità non sempre ottimale dei primi raccolti e da temperature ancora miti. Nel complesso, il contesto di mercato è fluido ma sottotono, con operatori in attesa di un consolidamento della domanda nelle prossime settimane, confidando in un clima più stabile e caldo.

Di seguito analizziamo i prezzi dei principali prodotti, le novità dai campi e dalla distribuzione, l’impatto del meteo, le prospettive future e gli aggiornamenti normativi e istituzionali rilevanti.

Analisi dei prezzi settimanali

(Legenda: prezzi IVA esclusa; variazioni % su base settimanale; PVN = prodotto di provenienza nazionale; PVE = provenienza estera.)

Notizie dal campo e produzione

Raccolti in corso: In questa fase coincidono la coda delle produzioni primaverili e l’avvio di quelle estive. La campagna degli asparagi volge al termine in tutta Italia; i volumi calano e molte zone hanno chiuso i tagli, con qualità generalmente buona fino a fine stagione. È praticamente conclusa anche la raccolta dei carciofi (campagna terminata con prezzi stabili in chiusura). In pieno svolgimento invece la raccolta dei limoni Primofiore siciliani e calabresi, che proseguirà fino a giugno inoltrato garantendo offerta regolare e prezzi stabili intorno a 1,30 €/kg. Nel comparto frutta, si segnalano: l’incremento delle raccolte di fragole in Veneto e zone settentrionali (la stagione volge al termine, con quantitativi ancora significativi dopo il picco di metà maggio); la conclusione della fase centrale della campagna fragole in Basilicata e Campania, con risultati soddisfacenti nel complesso nonostante un avvio zoppicante.

Anticipi e ritardi stagionali: Molte produzioni estive risultano anticipate rispetto al calendario tradizionale. In particolare, angurie e meloni hanno fatto il loro esordio nei mercati con alcuni giorni di anticipo grazie al caldo di aprile. In Sicilia le prime angurie sono state raccolte già a fine aprile e la campagna dei meloni retati è partita a pieno regime ai primi di maggio. Anche per pesche e nettarine quest’anno l’Italia ha visto un avvio precoce: in certe zone del Sud (Metaponto, Puglia) le prime partite sono state staccate due settimane prima del solito, complici temperature sopra la media a fine inverno. Questo ha fatto sì che la produzione italiana sia arrivata quasi in contemporanea a quella spagnola, saturando i mercati già da metà maggio. Di contro, alcune colture hanno subito ritardi o contraccolpi: le ciliegie del Nord hanno avuto uno sviluppo rallentato dalle temperature sotto media di inizio primavera e dalle gelate tardive, che hanno inciso su allegagione e pezzatura. Ciò ha concentrato la raccolta delle varietà precoci leggermente più tardi e con rese irregolari; attualmente nelle zone vocate (Vignola, Verona, Puglia) si sta raccogliendo a pieno ritmo, ma la qualità iniziale non è stata eccellente. Nei prossimi giorni il calibro e il grado zuccherino delle ciliegie dovrebbero migliorare con il caldo. Segnalato un leggero anticipo anche per le albicocche siciliane: in provincia di Caltanissetta l’azienda Donnalia ha iniziato la raccolta già a metà maggio, puntando su varietà più tardive ma di alta qualità per distinguersi dalle precoci poco saporite. In generale, il settore sta riflettendo sulle strategie varietali: dopo stagioni in cui la “corsa alla precocità” ha portato frutti poco gratificanti per i consumatori, molti produttori stanno tornando a privilegiare qualità organolettica e consistenza rispetto all’anticipo a tutti i costi.

Rese e difficoltà qualitative: La primavera 2025 è stata caratterizzata da fenomeni meteorologici contrastanti che hanno influito sulle rese. Nel complesso, le produzioni orticole di pieno campo non hanno subito grossi danni climatici finora, beneficiando anzi di piogge distribuite che hanno sostenuto la crescita: ad esempio, cavolfiori e broccoli primaverili hanno avuto raccolti abbondanti, con prezzi calati per l’eccesso di offerta. Anche i finocchi di fine stagione hanno goduto di un clima favorevole, presentando qualità elevata e scarsa incidenza di spaccature o marciumi. Di contro, alcune drupacee hanno sofferto: come accennato, gelate locali tra marzo e aprile hanno ridotto il potenziale produttivo di pesche, nettarine e albicocche in diversi areali (stimati fino a -30% dei volumi in certe zone). In Puglia, i tecnici segnalano perdite significative su agrumeti, vigneti e ortaggi a causa di ondate di gelo eccezionali a inizio anno – un evento definito “notti polari” con piante letteralmente bruciate dal gelo. Sul fronte qualità, i primi stacchi di pesche e nettarine italiane hanno evidenziato frutti di calibro medio-piccolo e grado Brix basso, sintomo del mancato accumulo di calore: questo ha frenato l’appetibilità sul mercato, costringendo molti operatori a ridurre i prezzi per smaltire il prodotto. La situazione è in via di miglioramento con le partite più recenti, via via più saporite e di pezzatura maggiore. Problemi di qualità sono riportati anche per alcune ciliegie precoci (spaccature e polpa acquosa) dovuti alle piogge intense su frutti maturi, specie in Puglia – ciò ha depresso i prezzi delle partite rovinate. Bene invece la qualità delle fragole: quest’anno l’offerta è risultata generalmente molto valida dal punto di vista organolettico, soprattutto per le varietà del Sud (Candonga lucana in primis) che hanno beneficiato di un clima mite; i prezzi però non hanno premiato questa qualità a causa dell’eccesso di prodotto disponibile. Infine, si segnala che la nuova produzione di ortaggi in serra in Sicilia (pomodori, zucchine, peperoni) è stata spinta dal clima caldo e soleggiato di aprile, generando grandi volumi in tempi brevi. Questo surplus ha comportato difficoltà logistiche (maggiori costi di trasporto per smistare l’eccesso verso altri mercati) e pressione sui prezzi, come evidenziato nel crollo delle quotazioni di zucchine e pomodori in diverse piazze.

Meteo e impatti agricoli

Nord Italia: la settimana è iniziata all’insegna del maltempo instabile. Tra il 27 e il 28 maggio forti temporali hanno interessato molte aree del Nord, con fenomeni localmente intensi in Lombardia e Veneto. La Protezione Civile ha emesso un’allerta meteo gialla per piogge intense il 28/5 soprattutto sulla Lombardia. Si registrano grandinate e nubifragi che hanno colpito alcune zone agricole: segnalati danni puntuali a frutteti e ortaggi (es. coltivazioni di mais e foraggere allagate nel mantovano, vigneti e kiwi colpiti dalla grandine nel Veronese – fonte locale). I terreni, già saturi d’acqua per le piogge frequenti di maggio, hanno subito nuovi ristagni, creando rischi di asfissia radicale per alcune colture orticole sensibili. Fortunatamente, a partire dal 30 maggio la situazione è migliorata: l’espansione di un anticiclone nord-africano ha riportato stabilità e un rapido aumento termico. Nel weekend del 31 maggio – 1 giugno il Nord ha visto cieli più sereni e temperature massime intorno ai 28-30°C (con punte oltre 30°C in pianura Padana). Questo ritorno del caldo asciutto favorisce le operazioni di raccolta rimaste in sospeso e migliora il grado zuccherino di frutta e ortaggi. Tuttavia, l’escursione termica così marcata potrebbe causare spaccature nei frutti (ad es. ciliegie) e stress alle piante non gradualmente abituate al caldo. Gli agronomi consigliano monitoraggio fitosanitario per la possibile insorgenza di patogeni fungini post-maltempo (peronospora su ortaggi a foglia, monilia su drupacee danneggiate dalla grandine). Nessuna allerta siccità al momento: le riserve idriche a Nord risultano buone grazie alle abbondanti piogge primaverili, al contrario dello stesso periodo 2022-23.

Centro Italia: anche le regioni centrali hanno sperimentato una settimana a due volti. Tra il 28 e il 30 maggio una “goccia fredda” in quota ha portato instabilità diffusa: temporali e rovesci si sono avuti su Toscana, Umbria e Marche interne, estendendosi poi a Lazio e Abruzzo. Le temperature sono calate di 4-5°C sotto la media stagionale a metà settimana, con neve tardiva segnalata sulle cime appenniniche più alte. In alcune zone collinari (es. Viterbese, Maceratese) grandine e vento forte hanno provocato danni a ortaggi in campo (es. pomodori e zucchine trapiantate) e alle strutture di sostegno di vigneti e frutteti – situazione ancora in fase di verifica fonte regionale, in aggiornamento. Sul litorale tirrenico e in Val Tiberina si sono verificati nubifragi locali ma di breve durata. Dal 31 maggio il meteo è in netto miglioramento anche al Centro: le massime sono risalite verso 26-28°C e il sole prevalente sta asciugando i terreni. Questo aiuterà a riprendere le raccolte di orticole (soprattutto insalate e ortaggi da foglia in Lazio, dove il 29/5 la pioggia aveva rallentato i tagli). Resta comunque alto il rischio di nuove piogge convettive pomeridiane nelle zone interne per i primi giorni di giugno, che potrebbero disturbare i lavori nei campi. Gli esperti raccomandano attenzione alla mosca della frutta: l’alternanza umido-caldo potrebbe favorirne l’attività precoce sugli albicocchi e altri fruttiferi, rendendo opportuna un’adeguata prevenzione fitosanitaria.

Sud e Isole: nelle regioni meridionali la settimana ha visto inizialmente condizioni variabili. Tra il 29 e il 30 maggio un fronte instabile ha interessato anche il Sud, con temporali soprattutto sulle zone appenniniche e ioniche (allerta gialla in Calabria il 29/5). Particolarmente colpita la Sicilia orientale e la Puglia centro-settentrionale, dove piogge intense hanno creato allagamenti in alcuni areali orticoli (nel Foggiano segnalati campi di ortaggi e grano allagati). Queste piogge, su terreni già provati dagli eventi estremi di inizio mese, hanno aggravato i danni cumulativi alle colture: in Sardegna, Puglia, Calabria e Campania le organizzazioni agricole parlano di “maggio nero dell’agricoltura”, tra alluvioni e grandinate. Ad esempio, nella Piana del Sele (Campania) le piogge di fine maggio hanno compromesso fino all’80% del raccolto di pesche, nettarine e albicocche tardive in pieno campo, a causa di frutti marciti per l’eccesso d’acqua e lesioni da grandine. In Sicilia, temporali e vento hanno danneggiato serre e tunnel in provincia di Ragusa, con perdite su ortaggi estivi (melanzane, peperoni). Fortunatamente, a partire dal 31 maggio il Sud è tornato sotto l’influsso anticiclonico: il sole è prevalso e le temperature sono rapidamente aumentate su valori estivi (punte di 32-33°C nelle zone interne di Sicilia e Sardegna). Queste condizioni calde e asciutte di inizio giugno favoriscono la maturazione di meloni, angurie e ortaggi, ma richiedono maggiore irrigazione. Gli agricoltori meridionali restano in allerta per possibili ondate di calore anticipate: la prima “fiammata africana” potrebbe manifestarsi nella seconda settimana di giugno stima, mettendo sotto stress idrico le colture non dotate di impianti irrigui adeguati. In previsione, le autorità regionali (es. in Sicilia) hanno attivato i bollettini agrometeo per avvisare su temperature estreme e consigli agronomici, mentre in Puglia è stato avviato un monitoraggio straordinario delle risorse idriche nei bacini, al momento sufficienti grazie alle piogge di maggio.

Allerte e fitopatie: da segnalare un’allerta per la cimice asiatica (Halyomorpha halys) in Emilia-Romagna e Veneto: le condizioni climatiche altalenanti finora ne hanno contenuto la proliferazione, ma con il caldo di giugno è previsto un incremento delle popolazioni. Si raccomanda di monitorare i frutteti (pere, kiwi, pesche) e predisporre reti o trattamenti se necessari. Situazione mosca dell’olivo sotto controllo: il periodo delle ovideposizioni inizierà più avanti, ma in alcune zone costiere del Sud già si osservano gli adulti, complici le temperature miti. Infine, dopo le piogge, attenzione alle malattie fungine: peronospora della vite e degli ortaggi favorita dall’umidità (già rilevate infezioni su vite in Toscana e su lattughe in Lombardia), nonché moniliosi su albicocche e drupacee danneggiate dalla grandine. I servizi fitosanitari regionali hanno diffuso bollettini con linee guida di difesa integrata in tal senso.

Novità dalla GDO e distribuzione

Tendenze di consumo: In attesa di un cambio di marcia nei consumi ortofrutticoli, la Grande Distribuzione Organizzata sta registrando segnali di ripresa delle vendite a volume rispetto allo scorso anno. Secondo Circana (ex IRI), nei primi mesi del 2025 c’è stato un recupero dei volumi nel largo consumo confezionato, frutto del rallentamento dell’inflazione. Tutti i reparti alimentari hanno visto volumi in crescita (+1,6% complessivo nel 2024) e un costante aumento delle promozioni in store (+1,3% in tutti i canali). In particolare, il comparto ortofrutta fresca – tradizionalmente penalizzato dai rincari – mostra segnali di miglioramento: ISMEA indica che negli ultimi 12 mesi i consumi domestici di ortaggi sono saliti del +2,2% e di frutta del +2,9% in volume, grazie anche al calo dell’inflazione alimentare. Questa è una buona notizia per la filiera, sebbene si parta da livelli storicamente bassi di consumo pro-capite. La spesa media per famiglia in ortofrutta resta infatti prudente, con acquisti focalizzati su prodotti di stagione in offerta.

Promozioni e prezzi al dettaglio: In vista del lungo ponte festivo del 2 giugno, molti supermercati hanno lanciato promozioni mirate sulla frutta estiva. Volantini e campagne pubblicitarie della GDO segnalano offerte su angurie e meloni, tradizionalmente protagonisti dei consumi con l’inizio del caldo. Ad esempio, diverse insegne discount propongono angurie baby a meno di 1 €/kg e meloni retati italiani a prezzi ribassati del 20-30% rispetto a inizio mese fonte: rilevazione volantini GDO. Anche pesche e nettarine cominciano ad apparire nei reparti a prezzi calmierati: alcune catene offrono confezioni da 1 kg a prezzo promozionale intorno a 2 €, nel tentativo di stimolare un segmento ancora lento. Parallelamente, continuano le promozioni sulla frutta a guscio (mandorle, noci) e su prodotti di IV gamma, settori che hanno sofferto cali nei mesi scorsi e ora beneficiano di sconti per rilanciare le vendite. Da notare la tenuta dei consumi di banane e mele: come spesso accade in periodi di transizione stagionale, i frutti “da tutto l’anno” mantengono vendite costanti e vengono utilizzati dalle insegne come prodotti civetta (ad es. mele Gala a 1 €/kg in ipermercati del Nord, banane a 0,99 €/kg nei discount). Questo strategia di prezzo aggressivo su mele/banane serve ad attirare clienti, pur riducendo i margini dei fornitori – un tema che sta suscitando dibattito all’interno delle OP frutticole.

Assortimento e packaging: Le catene della GDO stanno progressivamente adeguando l’assortimento all’arrivo dell’estate. In reparto ortofrutta aumentano gli spazi dedicati a prodotti estivi come pesche, albicocche, susine, meloni e uva da tavola precoce (quest’ultima importata: sono comparse uve Egypte e indiane, in attesa dell’uva Italia da luglio). Contestualmente, calano le referenze invernali: ad esempio, stanno scomparendo dagli scaffali le arance tardive e i cachi, mentre resistono ancora per poco le pere Abate e Kaiser della scorsa campagna (ormai a fine stock). Sul fronte biologico, si segnala la crescente presenza di frutta estiva bio nei supermercati: albicocche e ciliegie bio italiane, seppur di nicchia, compaiono già in alcune insegne del Nord, segno di un’offerta nazionale bio più organizzata. Novità importanti arrivano anche dal versante imballaggi: molte insegne, in anticipo sulla normativa europea, hanno iniziato a eliminare gradualmente le vaschette in plastica monouso per ortofrutta fresca. Ad esempio, nei reparti di alcune cooperative si vedono fragole in confezioni di cartone o bioplastica compostabile, e pomodorini sfusi o in sacchetti compostabili anziché nelle classiche vaschette sigillate. Questo anticipa il futuro divieto UE degli imballaggi in plastica monouso sotto 1,5 kg (che colpirà proprio frutta e verdura fresche). Va detto che non mancano le preoccupazioni: il settore teme che rimuovere certe confezioni possa far crollare le vendite di prodotti delicati come piccoli frutti, pomodorini e uva. Per ora la GDO italiana si muove con cautela: laddove la confezione è funzionale (es. vaschette protettive per mirtilli), viene mantenuta puntando però su materiali alternativi (come il rPET riciclato o biopolimeri). Nel complesso, l’ortofrutta si conferma un reparto laboratorio per la sostenibilità: le catene testano soluzioni innovative (sacchetti riutilizzabili, etichette compostabili, angoli di frutta “brutta ma buona” anti-spreco) per intercettare consumatori sempre più attenti al tema.

Iniziative speciali e GDO locale: Da segnalare alcune iniziative: la settimana scorsa si è tenuta “Think Fresh 2025”, incontro tra retailer e fornitori sull’innovazione in ortofrutta, dove la GDO italiana ha ribadito l’impegno verso prodotti locali e riduzione sprechi (evento sold-out con tutti i maggiori supermercati presenti). Inoltre, alcune catene hanno lanciato linee ad hoc: ad esempio Coop sta promuovendo la campagna “Sapori d’Estate” con corner dedicati a frutta estiva di filiera italiana, mentre Conad ha annunciato un ampliamento della linea “Percorso Qualità” su angurie e meloni, garantendo origine controllata e sostenibilità. Nei mercati all’ingrosso, prosegue l’iniziativa “Borsa della Spesa” di VeronaMercato, che segnala ogni settimana i prodotti col miglior rapporto qualità-prezzo: questa settimana i consigli erano orientati su meloni retati locali, meloni gialli siciliani, ciliegie Ferrovia e pomodori insalatari, prodotti abbondanti e dal prezzo conveniente fonte: Veronamercato. Tali segnalazioni vengono riprese anche da media locali e aiutano i dettaglianti a pianificare gli acquisti in base alle convenienze del momento.

Prospettive per la settimana successiva

Guardando alla settimana 23 (3–9 giugno 2025), gli operatori si attendono un possibile cambio di passo del mercato. Le previsioni meteorologiche indicano condizioni più stabili e calde su gran parte d’Italia, il che potrebbe tradursi in un aumento della domanda di frutta estiva stima. In particolare, angurie e meloni dovrebbero beneficiare dell’arrivo del caldo: si prevede un’accelerazione delle vendite e una stabilizzazione dei prezzi, dopo i cali iniziali (i listini potrebbero perfino risalire leggermente se i consumi decolleranno). Anche per pesche e nettarine si stima un miglioramento: la maggiore dolcezza e pezzatura dei frutti di seconda raccolta, unita al caldo, dovrebbe stimolare gli acquisti, aiutando ad assorbire i crescenti volumi. Tuttavia, l’abbondanza di offerta rimarrà un fattore chiave: è probabile che il mercato resti ben rifornito e che i prezzi, pur in ripresa, restino inferiori ai livelli storici di inizio estate stima. Ciliegie: ci si attende un rimbalzo qualitativo con l’arrivo delle varietà medio-tardive di maggiore pregio (ad es. Ferrovia dalla Puglia): questo potrebbe sostenere le quotazioni delle partite top di gamma, mentre le ciliegie di calibro piccolo o qualità mediobassa continueranno a spuntare prezzi modesti. Nel complesso il segmento ciliegie potrebbe stabilizzarsi, soprattutto se il clima asciutto eviterà ulteriori spaccature; la domanda domestica è prevista in aumento per l’approssimarsi di metà giugno (periodo tradizionale di massima produzione) stima.

Sul fronte orticolo, per molte referenze si prospetta un’ulteriore pressione ribassista: ad esempio, zucchine, melanzane, peperoni – con l’avvio massiccio delle raccolte estive in pieno campo – potrebbero subire nuovi cali di prezzo se la domanda non crescerà proporzionalmente. Gli operatori sperano che i consumi reagiscano positivamente alle offerte promozionali, altrimenti il rischio è di trovarsi con esuberi di prodotto e prezzi ai minimi storici (scenario già visto per zucchine in maggio). Pomodori: le nuove produzioni del Centro-Nord (grappolo, insalatari) intensificheranno la competizione con il prodotto siciliano; è atteso un mercato fluido con prezzi tendenzialmente bassi per le varietà comuni, mentre ciliegini e datterini di qualità potrebbero tenere meglio.

Un’altra variabile importante sarà la qualità del prodotto in arrivo: dopo gli stress da maltempo, bisognerà monitorare la conservabilità di frutta e ortaggi. Ad esempio, frutti colpiti da grandine o eccesso d’acqua potrebbero mostrare deperimenti precoci in post-raccolta, riducendo l’offerta commercializzabile. Se così fosse, paradossalmente alcuni mercati potrebbero vedere una riduzione dell’offerta effettiva di prodotto di prima scelta, con un effetto di sostegno dei prezzi per le categorie extra stima. È il caso delle albicocche e drupacee in Campania e Romagna, dove i danni da maltempo potrebbero limitare le quantità vendibili nelle prossime settimane, mantenendo prezzi discreti per i lotti indenni.

Dal lato della distribuzione, per la prossima settimana si prevede un intensificarsi delle campagne promozionali sul fresco: molte insegne GDO potrebbero ampliare le offerte su frutta estiva in vista della metà di giugno, periodo in cui tradizionalmente aumentano i consumi per l’imminente stagione delle ferie. Ciò potrebbe tradursi in ordinativi maggiori ai fornitori per frutta come meloni, angurie, pesche e uva da tavola precoce. Alcuni buyer riferiscono di attendere segnali di assestamento dei prezzi all’ingrosso prima di lanciare promozioni aggressive – se i prezzi all’origine calano troppo, la GDO potrebbe scegliere di spingere le vendite a prezzi stracciati, con beneficio per i volumi ma potenziale erosione dei margini dei produttori. Sarà quindi cruciale l’equilibrio tra offerta e domanda: una moderata ripresa dei consumi aiuterebbe a ripulire i mercati dall’eccesso di merce, normalizzando i listini su livelli sostenibili per la filiera.

Infine, uno sguardo ai possibili orientamenti delle produzioni: si attende per la prossima settimana l’uscita dei primi bilanci previsionali per la campagna estiva da parte di organismi come CSO Italy, che potrebbero confermare cali produttivi per alcune specie (es. albicocche, pere) e aumenti per altre (es. angurie). Questi outlook guideranno le strategie commerciali di OP e grossisti. A livello congiunturale, le prossime 1-2 settimane saranno determinanti per capire se il mercato ortofrutticolo ingranerà la marcia estiva – con più consumi e prezzi in risalita – oppure se persisterà la situazione di offerta eccedentaria e listini compressi. Gli operatori restano prudenti ma fiduciosi: “Basta un po’ di caldo e il mercato si aggiusta” ripetono in molti, riassumendo la speranza che giugno riporti l’ortofrutta sotto i riflettori dei consumatori.

Notizie internazionali ortofrutticole

Commercio estero: l’ortofrutta italiana inizia il 2025 con una performance brillante sull’estero. Nei primi due mesi dell’anno, l’export italiano di frutta e verdura è aumentato del +7% in volume rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono calate del 5%. Ciò ha riportato temporaneamente l’Italia ad essere esportatore netto in quantità: il saldo commerciale (gen-feb) è passato da un deficit di 43mila ton nel 2024 a un surplus di 34mila ton nel 2025. In valore l’export ortofrutticolo segna addirittura +20%, con circa 220 milioni di € generati in più, grazie soprattutto al boom della frutta fresca (+26% vol) trainata da mele, kiwi e agrumi. Questo recupero è una notizia positiva dopo anni di erosione delle quote export; tuttavia va contestualizzato: i primi mesi sono stati favoriti da raccolti autunnali abbondanti (es. kiwi record) e da uno spostamento di volumi dovuto a problemi climatici di altri paesi. Bisognerà vedere se il trend proseguirà nel resto del 2025. Sul fronte europeo, i dati di Bruxelles confermano un avvio 2025 con crescita dell’interscambio agroalimentare UE: a gennaio le esportazioni UE sono aumentate del +4% sul 2024 (19 miliardi €) e anche le importazioni sono in lieve aumento. Per l’ortofrutta in particolare, la Spagna – principale competitor UE – prevede un’annata frutticola con produzione in calo per drupacee (a causa di siccità in alcune regioni), il che potrebbe aprire spazi di mercato per l’export italiano di pesche e albicocche nei mesi estivi stima da fonti di settore.

Fiere ed eventi: in ambito internazionale, continua l’espansione delle fiere ortofrutticole globali. Dopo il successo di Macfrut 2025 a Rimini (tenutosi a inizio maggio con focus su salute e internazionalizzazione, e con la presentazione di nuove piattaforme come Prezzitartiffe.it di BMTI), l’attenzione si sposta adesso oltre oceano: Fruit Attraction Brazil prepara la sua edizione 2025, che si terrà a San Paolo il prossimo marzo. Gli organizzatori puntano a raddoppiare la presenza internazionale, a conferma del ruolo crescente del Sud America nel mercato ortofrutticolo. Durante il meeting preparatorio, le autorità brasiliane hanno evidenziato come il paese abbia superato 1 miliardo di dollari di esportazioni di frutta nel 2023, con attese di nuovi record nel 2024. Ad esempio è stata di recente aperta la Cina all’uva da tavola brasiliana, un risultato importante per quel settore. Queste dinamiche globali sono monitorate con interesse anche dagli esportatori italiani, che vedono aumentare la concorrenza extra-UE su prodotti come uva e agrumi. Proprio sull’asse Italia-Cina si registra un’altra notizia: a livello diplomatico si stanno promuovendo accordi per facilitare il commercio ortofrutticolo tra Italia e Cina, in particolare per ampliare la gamma di prodotti italiani ammessi sul mercato cinese (attualmente aperto ad esempio a kiwi, agrumi e poco altro). È un percorso a lungo termine, ma che potrebbe dare frutti negli anni a venire.

Logistica e dogane: il trasporto delle merci ortofrutticole continua ad affrontare sfide e opportunità. Le tariffe di nolo marittimo per container refrigerati sono rientrate su livelli pre-pandemia, facilitando spedizioni verso mercati lontani. Tuttavia permangono problemi di carenza di autisti nel trasporto su gomma in Europa, con conseguenti costi elevati e occasionali ritardi nelle consegne transfrontaliere – un tema su cui si è discusso anche al recente congresso WUWM (World Union of Wholesale Markets) tenutosi in Sudafrica. A livello di barriere fitosanitarie, un caso emblematico riguarda la Francia e gli imballaggi in plastica: la Commissione UE ha bloccato la legge francese che avrebbe vietato unilateralmente i pack in plastica per frutta e verdura, richiamando alla necessità di un approccio armonizzato europeo. Questo stop ha sollevato discussioni: la Francia sosteneva la misura per motivi ambientali, ma altri paesi (Italia in primis) avevano lamentato impatti negativi sulla commercializzazione. In parallelo, prosegue in Europa la definizione del nuovo regolamento imballaggi: il Parlamento UE ha approvato in via preliminare il divieto dal 2030 di vari imballaggi monouso, inclusi quelli per ortofrutta fresca sotto 1,5 kg, con alcune deroghe come discusso in precedenza. La norma finale è attesa al trilogo istituzionale, ma già ora l’industria ortofrutticola sta adeguandosi (come visto nelle iniziative GDO sopra).

Politiche agricole UE: a livello comunitario si segnalano sviluppi nelle politiche di settore. È stato ufficialmente avviato il Nuovo Osservatorio europeo per il mercato dell’ortofrutta, con sede a Bruxelles, che avrà il compito di analizzare prezzi, costi di produzione e flussi commerciali in tempo quasi reale, fornendo indicazioni alla Commissione per eventuali interventi di stabilizzazione. Questo strumento nasce sull’onda delle recenti crisi (come quella delle drupacee 2022) per poter reagire più tempestivamente con misure come ritiri dal mercato o promozione straordinaria in caso di crolli dei prezzi. Sul fronte fitosanitario, l’UE ha prorogato le misure emergenziali contro la TOBRFV (virus del pomodoro), mantenendo l’obbligo di certificazioni fitosanitarie stringenti sulle sementi e piantine importate, nel tentativo di arginare la diffusione di questo virus che minaccia le coltivazioni di pomodoro in tutta Europa. Per quanto riguarda la PAC, i primi mesi di implementazione del nuovo regime 2023-27 evidenziano qualche difficoltà burocratica: molte OP ortofrutta segnalano incertezze nell’applicazione delle nuove norme su ecoschemi e disciplinari di produzione integrata comunitari. La Commissione ha aperto un tavolo tecnico con i rappresentanti del settore per semplificare alcune regole a partire dal 2024, al fine di non penalizzare l’adesione dei produttori ai programmi operativi cofinanziati.

Bandi, normative e novità istituzionali in Italia

Sostegni per calamità climatiche: Continua l’attenzione delle istituzioni verso i danni da eventi meteo estremi. A livello nazionale è stato attivato il Fondo AgriCat, uno strumento mutualistico pubblico-privato per risarcire gli agricoltori colpiti da alluvioni, gelate o siccità severe. Il fondo è operativo da quest’anno e sta elaborando le prime pratiche relative alle gelate primaverili e all’alluvione di maggio 2023: i primi pagamenti agli agricoltori colpiti sono attesi entro settembre 2025, dopo le necessarie verifiche. In parallelo, proseguono i decreti di declaratoria di calamità: il MASAF ha riconosciuto ufficialmente lo stato di calamità naturale per le gelate di aprile 2025 in Puglia e Calabria, aprendo la strada agli indennizzi del Fondo di solidarietà nazionale per le aziende prive di assicurazione (le domande di ristoro sono aperte in queste regioni fino a metà giugno). Sul fronte assicurativo, si rileva un incremento delle polizze agevolate sottoscritte quest’anno nel settore frutta, grazie anche alla paura diffusa di gelate: in Emilia-Romagna, ad esempio, sono attivi 60 impianti antibrina cofinanziati dalla regione per proteggere meleti e pereti, e le aziende investono sempre più in prevenzione.

Fondi filiera e credito: Importante segnale di supporto al comparto ortofrutticolo è arrivato con la Cambiale Ortofrutta ISMEA, linea di credito agevolato lanciata a inizio 2024 dal Ministero dell’Agricoltura. Si tratta di finanziamenti a tasso zero dedicati alle PMI ortofrutticole per sostenere la liquidità dopo un 2023 difficile. L’iniziativa ha avuto un successo immediato: i 19,3 milioni di euro stanziati sono stati esauriti in poche ore con le richieste pervenute ad aprile 2024. Vista la forte domanda, la filiera ha chiesto di rinnovare il fondo: in Legge di Bilancio 2025 sono stati proposti altri 20 milioni per rifinanziare i prestiti cambiari al settore. Al momento (maggio 2025) si attende un decreto attuativo per la nuova tranche: ci si aspetta che entro l’estate possano riaprire le richieste per la “Cambiale Ortofrutta 2.0” fonte MASAF. Questa misura, insieme ad altri 23 milioni già allocati dal MASAF su vari fondi di sostegno settoriale, rappresenta una boccata d’ossigeno per molte OP e imprese in crisi di liquidità.

Programmi Operativi e Organizzazioni di Produttori: Il MASAF ha recentemente riunito il Tavolo Ortofrutta con le organizzazioni di settore. Nell’incontro (presieduto dal Sottosegretario Patrizio La Pietra) si è fatto il punto sulle risorse disponibili: è emerso che per il 2025 i finanziamenti dei Programmi Operativi delle OP aumenteranno, grazie anche all’incremento del valore della produzione commercializzata. Inoltre, sono stati sbloccati fondi aggiuntivi per progetti di filiera: ad esempio il Fondo per la competitività delle filiere vedrà un capitolo dedicato all’ortofrutta con circa 5 milioni di € per interventi su logistica e innovazione (in attesa del decreto attuativo). Durante il Tavolo, il Ministro Lollobrigida ha sottolineato l’impegno del governo a sostenere il settore, citando tra l’altro due decreti firmati a favore delle OP ortofrutticole: uno per semplificare l’accesso alla misura della cambiale agraria e un altro per attivare il Fondo di solidarietà nazionale in caso di cimice asiatica. Sul fronte fiscale, dal 1° luglio scatterà l’estensione del credito d’imposta 4.0 anche per le attrezzature agricole innovative: questo permetterà alle aziende ortofrutticole di avere un 20% di credito sulle spese per macchinari interconnessi (es. sensori IoT nei frutteti, droni per monitoraggio), come evidenziato da Sicilia Agricoltura.

Bandi PSR regionali: Con la nuova programmazione 2023-27 entrano nel vivo i bandi dei Complementi per lo Sviluppo Rurale (ex PSR). Ecco alcuni aggiornamenti: in Emilia-Romagna è stato lanciato un bando da 1,4 milioni di euro per finanziare sistemi anti-gelata primaverile nei frutteti. Il bando (Intervento SRD06 “Frutteti resilienti”) copre fino al 70% delle spese per impianti antibrina, con contributi a fondo perduto fino a 150mila € per azienda. Le domande sono aperte fino al 6 giugno 2025. Questo fa parte di un progetto regionale più ampio da 70 milioni per rendere i frutteti resilienti al clima estremo. In Veneto, la Regione ha annunciato imminenti bandi dedicati all’irrigazione: entro fine giugno uscirà un bando da ~5 milioni per l’adozione di sistemi di irrigazione a goccia e sensori di umidità del suolo, misura attesa con interesse dagli orticoltori della pianura veneta (dove l’acqua va gestita con attenzione nelle estati siccitose). La Sicilia ha pubblicato diversi bandi a fine aprile: in particolare la sottomisura 4.1 del PSR Sicilia (investimenti nelle aziende agricole) con una dotazione di 40 milioni € dedicati ad ammodernare impianti, serre e frutteti. Sempre in Sicilia, l’Assessorato Attività Produttive ha annunciato l’arrivo “da fine maggio dei primi bandi” del Piano regionale con 1,5 miliardi di euro per le imprese siciliane (in vari settori), che includeranno anche finanziamenti per il comparto agroalimentare: un’occasione importante per l’agroindustria ortofrutticola isolana di accedere a fondi per innovazione e internazionalizzazione. Al Sud, da segnalare in Calabria l’apertura del bando per il ricambio generazionale in agricoltura (Intervento SRG02 – “Insediamento giovani agricoltori”), dotato di 20 milioni €: molte domande arrivano da giovani interessati alla frutticoltura innovativa (avocado, mango, piccoli frutti) sulla costa tirrenica, segno di nuovi trend produttivi anche in regioni tradizionali.

Novità regionali: Diverse regioni stanno mettendo in campo iniziative a sostegno dell’ortofrutta. In Veneto, l’ente Veneto Agricoltura ha avviato un progetto pilota di previsioni di raccolto per le colture frutticole: tramite telerilevamento e modelli agrometeo, cercherà di stimare in anticipo i volumi di produzione di mele, kiwi e pesche nel Veronese e Rovigotto, per aiutare il mercato a programmarsi (prima uscita dei dati prevista a luglio). In Emilia-Romagna, dopo l’alluvione 2023 si continua a lavorare sul ripristino: la Regione ha stanziato ulteriori fondi per rifare le infrastrutture irrigue danneggiate (canali e pompe) e ha chiesto al governo la proroga della moratoria mutui per le aziende colpite. In Trentino Alto Adige, terra di mele, si discute di manodopera: la Provincia di Bolzano ha siglato un accordo con i produttori per facilitare l’ingresso di lavoratori stagionali extra-UE in vista dei raccolti estivi, visto il rischio carenza braccianti. In Puglia, è notizia recente lo stanziamento di un bonus una tantum per i piccoli produttori di uva da tavola colpiti dalla crisi prezzi 2023: ogni agricoltore potrà ricevere fino a 700 € come sollievo parziale, attingendo a un fondo regionale straordinario (misura simbolica ma apprezzata dalle associazioni). Infine, una curiosità dalla Basilicata: la Regione sta promuovendo un progetto di meccanizzazione leggera in fragolicoltura, introducendo piccoli robot raccoglitori e nastri mobili nelle serre di fragole della zona del Metapontino, per far fronte alla scarsità di manodopera e ridurre la fatica degli operatori. È un esempio di come innovazione tecnologica e supporto pubblico possano collaborare per migliorare la competitività delle nostre produzioni ortofrutticole.

Conclusioni

In sintesi, la settimana 22 ha visto un mercato ortofrutticolo sottotono, caratterizzato da prezzi generalmente in calo a causa di un’offerta abbondante e di consumi ancora timidi. Molte produzioni estive sono partite in anticipo e stanno premendo sui mercati, mentre i consumatori non hanno ancora risposto in pieno – complice anche un meteo capriccioso. La situazione potrebbe però cambiare a breve: con l’inizio di giugno e il ritorno del caldo, si aprono prospettive di ripresa per i consumi di frutta e verdura di stagione. Gli operatori dovranno muoversi con attenzione, bilanciando le strategie di prezzo (promozioni mirate, calibratura delle forniture) per evitare surplus e sostenere il valore dei prodotti. Sul fronte produttivo, è il momento di puntare sulla qualità: come mostrano alcune testimonianze, offrire un prodotto gustoso e presentato al meglio sarà fondamentale per riconquistare la fiducia del consumatore dopo qualche esperienza deludente di troppo (pensiamo alle drupacee insipide degli scorsi anni). Operativamente, monitorare il meteo e proteggere le colture resta una priorità: i recenti eventi estremi insegnano che sistemi antibrina, reti antigrandine e assicurazioni non sono più optional, ma investimenti necessari – e a tal proposito esistono bandi e incentivi da cogliere rapidamente (es. antibrina in Emilia-Romagna, PSR giovani in varie regioni). Sul piano commerciale, le prossime settimane saranno il banco di prova: chi saprà reagire in fretta alle dinamiche di mercato, magari differenziando i canali (es. sfruttando l’export in crescita per collocare i surplus) e facendo squadra nelle OP, potrà mitigare le difficoltà. Il messaggio finale per gli operatori è dunque di restare flessibili e proattivi: l’estate porta sfide ma anche opportunità, e una gestione attenta di qualità, tempi di raccolta e politiche di prezzo permetterà di attraversare con successo questa fase cruciale della campagna.

Il team di PAN

 

 

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