Glomerella Leaf Spot (GLS) del melo

La Glomerella Leaf Spot (GLS) è una malattia fungina che colpisce principalmente le foglie e i frutti del melo, causata da diverse specie del genere Colletotrichum. Sebbene presente da decenni in alcune regioni di coltivazione extraeuropee, la GLS è stata osservata in Europa solo negli ultimi anni, con una crescente diffusione negli ultimi tempi.

Sintomi

I sintomi della GLS sono:

  • Macchie fogliari necrotiche: le prime manifestazioni della GLS sono macchie fogliari necrotiche di colore marrone-violaceo.
  • Clorosi fogliare: in uno stadio avanzato, si sviluppa una pronunciata clorosi delle foglie.
  • Defogliazione: la GLS è caratterizzata da una precoce e quasi completa defogliazione degli alberi entro poche settimane dalla comparsa delle prime macchie fogliari.
  • Macchie sui frutti: compaiono macchie bruno-rossastre, di dimensioni ridotte (circa 1-3 millimetri), spesso leggermente infossate e circondate da un alone viola, soprattutto su varietà come Gala, Granny Smith, Cripps Pink, Golden Delicious e altre.

Identificazione

L’identificazione della GLS può essere effettuata attraverso:

  • Osservazione dei sintomi: i sintomi descritti sopra possono essere un primo indicatore della presenza della malattia.
  • Analisi di laboratorio: per una diagnosi definitiva, è necessario isolare il patogeno da campioni di tessuto fogliare o di frutto. L’identificazione della specie di Colletotrichum responsabile può essere effettuata tramite analisi microscopica delle spore fungine e sequenziamento del DNA.

Trattamento

La gestione della GLS è incentrata sulla prevenzione e sul controllo, con una combinazione di interventi culturali e chimici.

Interventi Culturali

  • Potatura e rimozione: è importante potare e rimuovere i germogli infetti da colpo di fuoco batterico, il legno morto, il legno con cancri e le mummie di frutta.
  • Riduzione dell’inoculo: l’applicazione post-raccolta di urea, la trinciatura dei residui colturali e la rimozione delle foglie aiutano a ridurre l’inoculo svernante.
  • Miglioramento della circolazione dell’aria: aumentare il flusso d’aria attraverso la chioma riduce il tempo di asciugatura delle foglie e l’umidità, sfavorendo lo sviluppo del fungo.
  • Scelta di cultivar resistenti: alcune cultivar, come quelle con genitori “Golden Delicious”, tendono ad essere più suscettibili alla GLS. La scelta di cultivar meno suscettibili o resistenti può ridurre l’incidenza della malattia.

Interventi Chimici

  • Fungicidi: l’utilizzo di fungicidi può essere necessario per controllare la GLS. I programmi di trattamento dovrebbero iniziare alla caduta dei petali e continuare a intervalli di 7-14 giorni fino alla raccolta. L’efficacia dei fungicidi può variare a seconda della specie di Colletotrichum presente. È importante alternare fungicidi ad azione singola con fungicidi multisito per prevenire lo sviluppo di resistenza.

Ricerca

Attualmente sono in corso diverse attività di ricerca in Europa e nel mondo per approfondire la conoscenza della GLS, in particolare:

  • Epidemiologia: studi sull’epidemiologia della GLS, con particolare attenzione alle condizioni di infezione e alla diffusione del patogeno.
  • Controllo: sperimentazione di diverse strategie di controllo, sia in campo che in post-raccolta.
  • Resistenza: valutazione della suscettibilità delle diverse varietà di melo all’infezione da Colletotrichum chrysophilum.

La GLS è una malattia emergente che rappresenta una sfida per la melicoltura. La ricerca e la collaborazione tra istituti di ricerca e centri di consulenza sono fondamentali per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e controllo della malattia.

Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV)

Il Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV), noto anche come virus rugoso del pomodoro, è un virus vegetale a RNA che colpisce pomodori e peperoni, in particolare quelli coltivati in serra. Identificato per la prima volta in Giordania nel 2014 e in Israele nel 2015, il ToBRFV si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, raggiungendo 35 paesi in 4 continenti.

Sintomi e Trasmissione

I sintomi del ToBRFV sono simili a quelli di altri tobamovirus, tra cui il virus del mosaico del tabacco (TMV) e del pomodoro (ToMV). Nelle piante di pomodoro, i sintomi includono:

  • Screziature e deformazioni degli apici e dei germogli laterali
  • Restringimento e lacinatura della superficie fogliare
  • Mosaici fogliari
  • Necrosi su peduncolo, calici o piccioli
  • Macchie gialle sui frutti

La trasmissione del ToBRFV avviene principalmente per via meccanica, attraverso il contatto con piante infette, strumenti contaminati, mani, vestiario e materiale di propagazione. Sebbene non sia stata ancora chiaramente dimostrata, la trasmissione tramite seme contaminato è fortemente sospetta.

Impatto e Gestione

Il ToBRFV ha un impatto significativo sulla qualità e sulla resa dei pomodori, rendendo i frutti non commerciabili. Attualmente, non esistono metodi chimici in grado di proteggere le coltivazioni da un’infezione virale. Gli sforzi per gestire il ToBRFV si concentrano sull’utilizzo di rigorose pratiche igienico-sanitarie per prevenire o ridurre l’infezione ed evitare la diffusione successiva.

Alcune delle misure di controllo includono:

  • Utilizzo di seme certificato virus-free
  • Disinfezione di tutto il materiale per la semina
  • Controllo degli accessi alle serre ed evitare contatti non necessari tra le piante
  • Monitoraggio attivo delle piante in tutto il ciclo produttivo, segnalando ed eliminando le piante sintomatiche
  • Disinfezione degli strumenti di lavoro
  • Distruzione dei residui di raccolto dopo il raccolto finale
  • Rotazione con colture non suscettibili al virus

Ricerca e Sviluppo

Diverse aziende sementiere stanno investendo nella ricerca e nello sviluppo di varietà di pomodoro resistenti al ToBRFV. Una in particolare ha lanciato la sua prima varietà commerciale resistente al ToBRFV all’inizio del 2021, mentre altre già offrono una gamma di varietà resistenti.

L’utilizzo di tecnologie di breeding avanzate, come i marcatori molecolari, ha permesso di accelerare lo sviluppo di varietà resistenti.

Conclusioni

Il ToBRFV rappresenta una seria minaccia per la produzione di pomodoro a livello globale. L’adozione di rigorose pratiche igienico-sanitarie e lo sviluppo di varietà resistenti sono essenziali per contrastare la diffusione di questo virus e garantire la sostenibilità della produzione di pomodoro.

Concimazioni fogliari nei kiwi

Il kiwi (Actinidia deliciosa) è una pianta rampicante a foglia caduca originaria della Cina meridionale, apprezzata in tutto il mondo per il suo sapore particolare, il suo alto valore nutrizionale e l’elevato contenuto di vitamina C. La corretta fertilizzazione è fondamentale per ottenere una produzione di kiwi di alta qualità in termini di resa e caratteristiche organolettiche. Questo articolo esamina diverse procedure di fertilizzazione del kiwi, evidenziando i loro pro e contro, con un’attenzione particolare al ruolo del calcio.

Metodi di Fertilizzazione

  • Fertirrigazione: questo metodo prevede la somministrazione di nutrienti disciolti in acqua attraverso l’impianto di irrigazione. La fertirrigazione consente un dosaggio preciso dei nutrienti e una loro migliore assimilazione da parte della pianta. Questo metodo è particolarmente utile per fornire azoto, fosforo e potassio, macroelementi essenziali per la crescita vegetativa e la produzione di frutti. 
  • Applicazione fogliare: questa tecnica consiste nella spruzzatura di nutrienti direttamente sulle foglie. L’applicazione fogliare è particolarmente efficace per fornire microelementi come il boro, il manganese e lo zinco, che sono necessari in piccole quantità ma svolgono un ruolo cruciale nella fisiologia della pianta. Questo metodo può essere utilizzato anche per fornire calcio, soprattutto nelle fasi di crescita del frutto in cui l’assorbimento radicale è limitato. 
  • Concimazione organica: l’uso di fertilizzanti organici, come il letame o il compost, può migliorare la fertilità del suolo e la disponibilità di nutrienti per la pianta. La concimazione organica contribuisce anche a migliorare la struttura del suolo e la sua capacità di trattenere acqua e nutrienti. L’utilizzo a lungo termine di fertilizzanti organici può portare ad un aumento della produttività degli impianti di kiwi. 
  • Gestione integrata dei nutrienti (INM): questo approccio combina l’uso di fertilizzanti convenzionali, organici e biostimolanti per massimizzare la resa e la qualità dei frutti, riducendo al minimo l’impatto ambientale. L’INM rappresenta una strategia promettente per la coltivazione sostenibile del kiwi.

Il Ruolo del Calcio

Il calcio è un nutriente fondamentale per la qualità dei frutti di kiwi. Svolge un ruolo strutturale nella parete cellulare e nelle membrane, agisce come controione per anioni inorganici e organici nel vacuolo e funge da messaggero citoplasmatico secondario associato a stimoli ambientali o di sviluppo. Un adeguato apporto di calcio favorisce la consistenza della polpa, la resistenza alle malattie e la conservabilità dei frutti.

Fertilizzazione con Calcio: Strategie ed Efficacia

La mobilità del calcio all’interno della pianta di kiwi è limitata, soprattutto attraverso il floema. Di conseguenza, l’apporto di calcio ai frutti dipende principalmente dal trasporto xilematico, che è influenzato dal tasso di traspirazione del frutto e dall’efficienza dello xilema vascolare.

  • Applicazione al suolo: in terreni acidi, la disponibilità di calcio può essere limitata. La correzione del pH del suolo attraverso la calcitazione è fondamentale per migliorare l’assorbimento di calcio da parte delle radici. Materiali alcalini come la calce o la cenere di legno possono essere utilizzati per aumentare il pH del suolo e il contenuto di calcio.
  • Applicazione fogliare: l’applicazione fogliare di calcio può essere un metodo efficace per aumentare il contenuto di calcio nei frutti, soprattutto durante le prime fasi di sviluppo del frutto, quando l’assorbimento radicale è limitato. Diversi studi hanno dimostrato che la spruzzatura fogliare di fertilizzanti a base di calcio può migliorare la consistenza della polpa e la conservabilità dei kiwi. La tempistica e la frequenza delle applicazioni fogliari sono importanti per massimizzare l’assorbimento e l’efficacia del calcio.
  • Biostimolanti: l’uso di biostimolanti contenenti calcio, come gli amminoacidi, può contribuire a migliorare l’assorbimento e l’utilizzo del calcio da parte della pianta. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che l’applicazione di biostimolanti a base di calcio non ha avuto effetti significativi sulla concentrazione di calcio nei frutti o sulla resa.

Informazioni Utili per Esperti e Agricoltori

  • Monitoraggio del calcio: è importante monitorare regolarmente il contenuto di calcio nel suolo e nelle foglie per valutare lo stato nutrizionale delle piante e adattare le strategie di fertilizzazione di conseguenza.
  • Tempistica delle applicazioni: la tempistica delle applicazioni di calcio è fondamentale per la sua efficacia. Le prime settimane di sviluppo del frutto sono cruciali per l’accumulo di calcio.
  • Integrazione dei metodi: la combinazione di applicazioni al suolo e fogliari può essere la strategia più efficace per garantire un adeguato apporto di calcio alle piante di kiwi.
  • Interazione con altri nutrienti: l’assorbimento e l’utilizzo del calcio possono essere influenzati dall’interazione con altri nutrienti. Ad esempio, un’eccessiva fertilizzazione azotata può ridurre l’assorbimento di calcio.

Conclusioni

La fertilizzazione del kiwi è un processo complesso che richiede un’attenta pianificazione e gestione per ottenere una produzione di alta qualità. La comprensione del ruolo del calcio e delle diverse strategie di fertilizzazione è fondamentale per gli esperti e gli agricoltori che desiderano ottimizzare la resa e la qualità dei frutti. L’utilizzo di un approccio integrato, che combini diverse tecniche di fertilizzazione e un attento monitoraggio dello stato nutrizionale delle piante, è la chiave per una coltivazione del kiwi sostenibile e redditizia.

 

Peronospora della Vite

La peronospora della vite, causata dall’oomicete Plasmopara viticola, è una delle malattie più gravi che colpiscono i vigneti in tutto il mondo. Questa malattia può causare perdite di raccolto significative e compromettere la qualità delle uve e del vino. Di seguito, esploreremo la patologia in dettaglio, fornendo informazioni sul suo ciclo vitale, i sintomi, le strategie di gestione e le opzioni di trattamento per i viticoltori professionisti.

Ciclo vitale e sintomi

  1. viticola è un patogeno biotrofico, il che significa che richiede un tessuto vegetale vivente per sopravvivere. Il suo ciclo vitale comprende sia una fase di moltiplicazione asessuata durante il periodo vegetativo della pianta che una fase sessuata che ne garantisce la sopravvivenza durante l’inverno.

Fase asessuata: Le infezioni primarie in primavera provengono dalle oospore sessuate svernanti. Queste oospore germinano, rilasciando zoospore che infettano le foglie della vite attraverso gli stomi. All’interno della foglia, il patogeno si sviluppa producendo sporangiofori che emergono dalla superficie inferiore della foglia, rilasciando sporangi. Questi sporangi, trasportati dal vento e dalla pioggia, diffondono l’infezione ad altre viti.

Fase sessuata: In autunno, le oospore si formano all’interno delle foglie e delle bacche cadute, consentendo al patogeno di svernare.

Sintomi:

  • Le foglie infette presentano lesioni gialle o bruno-rossastre sulla superficie superiore, corrispondenti alla crescita bianca del patogeno sulla superficie inferiore.
  • Le lesioni possono apparire oleose, angolari e localizzate tra le venature.
  • Con il tempo, le lesioni fogliari diventano marroni e le foglie muoiono.
  • L’infezione può interessare anche infiorescenze, grappoli e giovani bacche, riducendo la resa e la qualità delle uve.

Gestione e trattamento

La gestione efficace della peronospora della vite richiede un approccio integrato che combini diverse strategie:

  1. Scelta di cultivar resistenti: Piantare cultivar resistenti è una delle misure preventive più efficaci. Alcune delle varietà più resistenti includono ‘Baco #1’, ‘Cascade’, ‘Chelois’, ‘Concord’, ‘Foch (Marechal Foch)’, ‘Himrod’ e ‘Steuben’.
  2. Pratiche colturali:
    • Gestione del suolo: La lavorazione convenzionale del suolo può aumentare l’incidenza della peronospora. L’utilizzo di colture di copertura, come erba o leguminose, può contribuire a ridurre lo sviluppo della malattia. Le colture di copertura competono con il patogeno per i nutrienti, migliorano la struttura del suolo e favoriscono la biodiversità, creando un ambiente meno favorevole alla peronospora.
    • Gestione del fogliame: Potare e defogliare le viti per migliorare la circolazione dell’aria e ridurre l’umidità all’interno del canopy (gestione delle chiome) può contribuire a limitare lo sviluppo della malattia.
  1. Trattamenti fungicidi:
    • Fungicidi convenzionali: Sono disponibili diversi fungicidi efficaci contro la peronospora, ma l’uso ripetuto può portare allo sviluppo di resistenza nel patogeno.
    • Fungicidi biologici: Alcuni prodotti biologici, come i composti a base di rame, possono essere efficaci nel controllo della peronospora. Esistono anche agenti di biocontrollo, come il Bacillus subtilis, che possono inibire direttamente il patogeno o indurre resistenza sistemica nella pianta.
  1. Previsione e monitoraggio:
    • Modelli di previsione: Utilizzare modelli di previsione basati sulle condizioni meteorologiche per identificare i periodi di alto rischio di infezione.
    • Monitoraggio regolare: Monitorare attentamente i vigneti per individuare i primi segni di infezione e intervenire tempestivamente.

Considerazioni per i viticoltori professionisti:

  • Scegliere un approccio integrato che combini diverse strategie di gestione per ridurre al minimo l’uso di fungicidi e prevenire lo sviluppo di resistenza.
  • Adattare le strategie di gestione alle condizioni specifiche del vigneto, tenendo conto del clima, del tipo di suolo, della cultivar e della storia della malattia.
  • Investire in formazione e consulenza per rimanere aggiornati sulle ultime strategie di gestione della peronospora.

Seguendo un approccio proattivo e integrato, i viticoltori professionisti possono gestire efficacemente la peronospora della vite, proteggendo i loro raccolti e garantendo la produzione di uve di alta qualità.